- CINEMA -

ll cinema per me

Diplomato in regia teatrale alla Paolo Grassi di Milano, sono passato al cinema negli anni immediatamente successivi al diploma e ho dedicato la mia vita ad ascoltare e raccontare le storie delle persone che incontravo.

Ser.T. e dei N.O.A.

Ho passato cinque anni nel mondo dei Ser.T. e dei N.O.A., realizzando spettacoli e documentari con i ragazzi tossicodipendenti e alcoolisti. È stato bello partecipare e vincere ai Festival di Cinema Indipendente di tutta Italia, portare ovunque vicende umane autentiche e intense.

Un Inguaribile Amore

Ho incontrato e raccontato la malattia, come in Un Inguaribile Amore, un breve documentario in cui un uomo paralizzato dalla SLA e sua moglie parlano della loro vicenda umana e affettiva. Anche in questo caso è stato bellissimo condividere quest’esperienza in Italia e all’estero. Vincere il David di Donatello e il Nastro d’Argento in quell’occasione mi è servito a capire che la verità degli esseri umani è bellissima anche quando è atroce. E che in fondo al cuore è l’unica cosa che vogliamo veramente conoscere, di cui ci innamoriamo e di cui vogliamo sentir parlare. Soprattutto, fu l’occasione per capire che era così per me.

Nella città che cambia

Mi è piaciuto infinitamente entrare nel quartiere Stadera di Milano e girare Nella città che cambia, perché comprendere le dinamiche di un quartiere multietnico e popolare, pericoloso e sfuggente, è stato entrare in un mondo. Proiettare quel film davanti a chi ne aveva preso parte fu indescrivibile: un intero quartiere era raccolto in un grande cortile di periferia e guardava se stesso da fuori. Credo che quella sia rimasta la sala più straordinaria nella quale un mio lavoro sia mai stato proiettato.

Who’s Romeo

Poi ci fu il giorno dell’attentato di Nizza. Circa 80 morti, due civiltà in guerra sulla promenade degli innamorati. Penso a Romeo e Giulietta, al quartiere Gratosoglio a maggioranza islamica. Islam e Occidente come Montecchi e Capuleti? Nasce Who’s Romeo e nessuno di noi pensa che girerà più Festival oltre oceano che in patria. Per me fondamentalmente un’esperienza di ascolto di 6 ragazzi intorno alle tematiche e ai conflitti di questo tempo. Mentre giriamo, l’attentatore di un altro attacco, quello di Berlino, viene ucciso a Sesto San Giovanni. E noi ci portiamo i ragazzi, nel cuore di un conflitto di cui si rendono conto appena. 

Oggi, una delle ragazze del film, occidentale, aspetta un figlio dal compagno mussulmano. E per me, questa, è un’altra sorpresa della storia. 

A tutto quello che si muove

Quando sono stato chiamato a Fabriano a girare un film dalla Commissione per le pari opportunità delle donne, ho ascoltato per qualche settimana alcune ragazze tra i 17 e i 18 anni. Mi parlavano di quello che avrebbero voluto essere e fare da grandi. Il risultato fu A tutto quello che si muove: un film che anche in quel caso riunì al cinema un’intera comunità. Oggi, una di quelle ragazze è nel pieno di una brillante carriera nella produzione cinematografica.