“Gli scrittori hanno una responsabilità, ed è quel particolare tipo di responsabilità che tutti gli artisti hanno in comune. Si deve trovare il modo per ritornare in quel posto dal quale il proprio lavoro deve nascere, e non lasciare che questo posto fluttui via verso questo nostro mondo pop in cui scriviamo, altrimenti parliamo solo delle cose che vediamo o conosciamo dalla televisione e dai film. Come scrittori questo si combatte, e nel momento in cui si perde la battaglia ci si trova in un grosso guaio. E il proprio lavoro ne soffre molto, quindi si deve trovare un modo, se in futuro si ha intenzione di scrivere ancora, di ricominciare a combattere.

    Guardo alla scrittura come a un mestiere e a un dono. Come mestiere, ci si deve lavorare su tutto il tempo, e come dono bisogna proteggerla. E una delle cose che si fanno per proteggerla è far sì che il proprio mondo non diventi troppo ristretto. E, in particolare, che i propri punti di riferimento non diventino troppo ristretti perché poi ci si ritrova a scrivere sempre le stesse cose, perché non si ha niente di nuovo da dire su un argomento.

    E’ a questo punto che il pubblico perde interesse in una serie, hanno la sensazione di aver già sentito quello che volevi dire, e non sono interessati a sentirlo un’altra volta. C’è il bisogno costante di guardarsi intorno. Non per vedere il proprio nome in un’altra serie o cose del genere, ma proprio dal punto di vista creativo, per proteggere il posto dal quale si scrive.”

John Wells, Direttore di E.R., The West Wing e Third Watch

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