La Zanzara è un programma che va in onda tutte le serie feriali su Radio24 prima di cena. Parlarne male è facile, parlarne malissimo ancora di più. Lo fanno in molti infatti. E in parte anch’io trovo giusto, etico e civile che un programma così venga attaccato. Non mi soffermo sulle critiche perché chi lo ha ascoltato almeno una volta si annoierebbe e chi non l’ha mai ascoltato non capirebbe. In ogni caso volgarità, scorrettezze dialettiche al limite del paradosso, gogne mediatiche e fiumi di chiacchiere si sprecano tutte le sere.
Se dico tutte le sere è perché spesso mi capita di ascoltare La Zanzara – mai per intero onestamente.
Qualcuno li ha recentemente attaccati definendo il programma una fogna. Senza rendersi conto, forse, che nessuna città può stare senza una fogna. Che il ruolo della fogna è un ruolo fondamentale, che serve a rendere vivibile tutta la comunità. A renderla credibile. Non solo ogni città, ma anche ogni organismo ha una fogna interna e deve prendersene cura con molta attenzione se vuole sopravvivere.
Fare la fogna è un ruolo delicato e sottile, per quanto strano possa sembrare. Anticamente c’era la figura del buffone, che aveva un potere che nessun consigliere del re poteva neanche sognare: poteva dire quello che voleva. Poteva sfottere, insultare, smascherare. E non veniva punito per due motivi: perché ridendo diceva la verità e perché diceva la verità ridendo.
Ora la domanda è: perché il re ha sempre lasciato parlare il buffone? Perché il buffone in modo ufficialmente inoffensivo – il buffone non è un capopolo, non è armato, non è ideologico e qui possiamo pensare a Grillo, che nella misura in cui diventa ideologico perde proprio la sua forza comica – in modo inoffensivo, dicevo, svela al re che cosa pensa la gente. Se la gente non si riconosce nelle sue parole, non ride. Quindi il re dal buffone ha una voce di popolo che nessuno del popolo osa dirgli direttamente, proprio perché nessuno del popolo ha l’immunità del buffone.
In particolare, il buffone ha la capacità storica di svelare la religiosità del popolo e del re. Non quella ufficiale e riconosciuta che afferisce a Dio e alla Chiesa, ma quella trasversale e inconsapevole. In quest’epoca di celebrazione del libero arbitrio, dell’autodeterminazione, della libertà di pensiero di parola e di azione, identificare quali siano i luoghi di culto laico non riconosciuti non è un lavoro da poco. Ed è un lavoro pericoloso.
La Zanzara si abbatte con la clava sui mondi animalisti, a volte su quelli omosessuali, sui mondi dell’immigrazione e soprattutto dell’accoglienza agli immigrati, sul discorso sociale intorno al femminicidio, sulla difesa personale con le armi da fuoco e su altri ancora. Lo dico francamente: spesso sono infastidito dai toni, anzi quasi sempre. Ma bisogna distinguere il fastidio che sentiamo per il metodo da quello che sentiamo per il merito.
Il buffone è scurrile ma il fastidio che sento è davvero per il suo linguaggio? Non c’è in questo linguaggio qualcosa che mi dà ancor più fastidio, qualcosa che non voglio sentirmi dire, qualcosa che viola la religiosità laica e non consapevole del nostro tempo? Una perplessità su uno dei mondi citati sopra, per esempio, mi fa saltare i nervi ancor prima di averla sentita?
Ecco, La Zanzara, con la formula antica della strana coppia, che da Stanlio e Ollio a Peppone e Don Camillo e mille altri funziona sempre, va a sondare quella zona di noi allineata e coperta con la cultura dominante. Pochi, credo pochissimi degli ascoltatori che intervengono hanno idea di questo. Ce l’hanno senz’altro di più quelli che la ascoltano. La Zanzara è pura rappresentazione, come quella del giullare. Cosa pensi davvero Cruciani, cosa pensi Parenzo, non solo non è intellegibile ma è del tutto inutile saperlo. Incarnano due voci dominanti del paese e sdoganati dal gioco si permettono cose altrove impensabili. Sono maschere, sono la strana coppia.
Una cosa, però, voglio opinarla davvero in questo microscopico spazio. Non molto tempo fa intervenne Vittorio Sgarbi, come avviene talvolta. Parlò della sua vita sessuale sostenendo che non usava il profilattico perché statisticamente al primo incontro tra due organismi è molto difficile che si passi il virus dell’hiv. La miglior precauzione quindi sarebbe quella di fare sesso senza profilattico ma solo una volta con ogni donna. Sintetizzava questa brillante filosofia con la battuta “Toccata e figa”.
So che una trasmissione non deve necessariamente farsi carico dell’educazione sessuale degli ascoltatori. Ma questa cosa l’ho trovata di una gravità senza scuse. Un programma può essere ascoltato da chiunque e a qualunque età. La Zanzara ha la meravigliosa spregiudicatezza degli adolescenti che dicono quello che pensano, non sempre la saggezza degli adulti che pensano a quello che dicono. Idee di questo genere non devono essere messe in giro nemmeno per scherzo. Al di là del maschilismo insopportabile che manifestano, ma questo naturalmente è solo un parere. Una volta detta una cosa del genere si sarebbe dovuto chiamare un infettivologo, dargli spazio, recuperare. Perché il virus galoppa. Anche sulla stupidità. Lì ho sentito che nonostante i giullari, nonostante la rappresentazione, nonostante tutti i nonostante, la Zanzara aveva davvero perso la rotta.
Auguro comunque a ogni società umana, inclusa e forse prima assoluta la famiglia, di avere molto a cuore le proprie fogne, i canali di scarico in cui dire tutto quello che non va potendo sfogare, piangere, urlare, pestando i pugni quando necessario. Stiamo imparando a smaltire i rifiuti, abbiamo capito che sotterrarli e negarli non serve: ora li distinguiamo, li separiamo, li disponiamo. Dobbiamo cominciare a farlo anche con tutto quello che ci si muove dentro.
Cavolo Giovanni, ancora una volta ci sei riuscito, usi parole normali, parole che conosco anch’io ma nell’ordine in cui le metti diventano prosa, sono così chiare che mi paiono così ovvie e simili a quelle che direi io ma nn è così, le hai scritte tu… io sono felice di leggerle e, nel merito, sottoscriverle dalla prima all’ultima….e come tanti anch’io, ogni volta che la sento sibilare, mi chiedo a cosa serva la zanzara al mondo… ora mi è chiaro!
Cavolo Giovanni, ancora una volta ci sei riuscito, usi parole normali, parole che conosco anch’io ma nell’ordine in cui le metti diventano prosa, sono così chiare che mi paiono così ovvie e simili a quelle che direi io ma nn è così, le hai scritte tu… io sono felice di leggerle e, nel merito, sottoscriverle dalla prima all’ultima….e come tanti anch’io, ogni volta che la sento sibilare, mi chiedo a cosa serva la zanzara al mondo… ora mi è chiaro!
Pur sentendomi spesso infastidita e pur non ascoltandola mai per intero, mi sono chiesta perchè continuavo ad ascoltarla…ecco una risposta possibile.
Pur sentendomi spesso infastidita e pur non ascoltandola mai per intero, mi sono chiesta perchè continuavo ad ascoltarla…ecco una risposta possibile.