C’era anche lui tra i reclusi. Allora ho pensato a un piccolo esercizio di specchi. Se quello che c’è fuori è la proiezione di quello che ci si muove all’interno, come per i personaggi: che parte soffocata di me rispecchia vedere questo amico in gabbia? Sempre che io possa chiamarlo amico. Non cerco una risposta, rimango a guardare e a sentire se qualcosa risuona.