Una pillola molto breve, una riflessione che può riguardarci. Qui.
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Non c’è dubbio che il ruolo condizioni, ma il punto è proprio questo. I nostri sforzi dovrebbero tendere a liberarci sempre di più. I grandi uomini non possono rimanere nel ruolo a copione.
La rassegnazione di un Papa al suo ruolo non mi convince….posso capire il mio capoufficio, ma un Papa….
Ciao Nicodemo, grazie per il tuo passaggio. Senti, possiamo provare a vedere la cosa in un altro modo? I nostri sforzi devono tendere a liberarci sempre di più, sono d’accordo con te. Quindi provo a fare uno sforzo grazie alla tua riflessione: il Papa e il tuo capufficio. Uomini diversi con ruoli diversi. Uguale partita: la dura battaglia per la liberazione personale dalle identità imposte. Perché scandalizzarsi dell’uno e comprendere l’altro? Il Papa è in cammino, il tuo capufficio è in cammino, tu lo sei e io anche, spero. A me questo ritratto del Papa ha fatto tenerezza e simpatia, dire: “Dal Papa non me l’aspettavo” significa esattamente comprimere un uomo al suo ruolo. Sono belli i nostri tentativi, belli e poetici. Anche quando finiscono in un naufragio. Secondo me Paolo VI era dei nostri, anche lui in lotta per essere veramente se stesso. Ti abbraccio.
Ciao Giovanni, grazie a te per il riscontro.
Mi rendo conto che l’argomento è duro. In fondo riguarda il conflitto (abbastanza frustrante) che ogni santo giorno ognuno di noi, ci auguriamo, vive. Chiarisco innanzi tutto che ormai sto imparando a non abusare del termine scandalizzarsi, per cui in questo caso, nei confronti del papa comprendo come per il capufficio. In questo senso sarei portato anch’io a provare simpatia e tenerezza per una persona che ha il coraggio di mostrarsi per come è. Però allo stesso modo non posso fare a meno di considerare che milioni di cattolici guardano al Papa e a quello che rappresenta come un riferimento indiscutibile. E’ così chiaro poi che anch’egli sia in quel cammino a cui tu fai riferimento? A me piacerebbe tanto sentirmelo dire.
Un caro saluto
Spero per il Papa che sia in cammino anche lui, Nicodemo. Ma perché ti piacerebbe sentirtelo dire? Perché senti che invece dal Papa provengono spesso dettami inderogabili e abbastanza assurdi, senza che mai alcuna incertezza faccia capolino? Condivido il pensiero, eventualmente fosse il tuo. Ma l’assertività del Papa e della Chiesa non fanno capo alla loro forza, bensì alla loro debolezza più o meno non riconosciuta. E’ la stessa paura che inchiodava Paolo VI e che inchioda me che scrivo. Non uscire dalle regole che usiamo per definirci. Sì, Luca, è tanta roba anche secondo me ascoltare Mauro.
Non c’è dubbio che il ruolo condizioni, ma il punto è proprio questo. I nostri sforzi dovrebbero tendere a liberarci sempre di più. I grandi uomini non possono rimanere nel ruolo a copione.
La rassegnazione di un Papa al suo ruolo non mi convince….posso capire il mio capoufficio, ma un Papa….
Ciao Nicodemo, grazie per il tuo passaggio. Senti, possiamo provare a vedere la cosa in un altro modo? I nostri sforzi devono tendere a liberarci sempre di più, sono d’accordo con te. Quindi provo a fare uno sforzo grazie alla tua riflessione: il Papa e il tuo capufficio. Uomini diversi con ruoli diversi. Uguale partita: la dura battaglia per la liberazione personale dalle identità imposte. Perché scandalizzarsi dell’uno e comprendere l’altro? Il Papa è in cammino, il tuo capufficio è in cammino, tu lo sei e io anche, spero. A me questo ritratto del Papa ha fatto tenerezza e simpatia, dire: “Dal Papa non me l’aspettavo” significa esattamente comprimere un uomo al suo ruolo. Sono belli i nostri tentativi, belli e poetici. Anche quando finiscono in un naufragio. Secondo me Paolo VI era dei nostri, anche lui in lotta per essere veramente se stesso. Ti abbraccio.
Ciao Giovanni, grazie a te per il riscontro.
Mi rendo conto che l’argomento è duro. In fondo riguarda il conflitto (abbastanza frustrante) che ogni santo giorno ognuno di noi, ci auguriamo, vive. Chiarisco innanzi tutto che ormai sto imparando a non abusare del termine scandalizzarsi, per cui in questo caso, nei confronti del papa comprendo come per il capufficio. In questo senso sarei portato anch’io a provare simpatia e tenerezza per una persona che ha il coraggio di mostrarsi per come è. Però allo stesso modo non posso fare a meno di considerare che milioni di cattolici guardano al Papa e a quello che rappresenta come un riferimento indiscutibile. E’ così chiaro poi che anch’egli sia in quel cammino a cui tu fai riferimento? A me piacerebbe tanto sentirmelo dire.
Un caro saluto
Giovanni, è davvero Tanta Roba ed un lusso cui non sono abituato. Purtroppo. Ma se so ancora riconoscere. Mano male. Grazie.
Spero per il Papa che sia in cammino anche lui, Nicodemo. Ma perché ti piacerebbe sentirtelo dire? Perché senti che invece dal Papa provengono spesso dettami inderogabili e abbastanza assurdi, senza che mai alcuna incertezza faccia capolino? Condivido il pensiero, eventualmente fosse il tuo. Ma l’assertività del Papa e della Chiesa non fanno capo alla loro forza, bensì alla loro debolezza più o meno non riconosciuta. E’ la stessa paura che inchiodava Paolo VI e che inchioda me che scrivo. Non uscire dalle regole che usiamo per definirci. Sì, Luca, è tanta roba anche secondo me ascoltare Mauro.