“La cultura umana, di qualunque tipo, è per sua natura una soluzione data alla vita in comune non meno che, più nascostamente, una minaccia e una sfida a coloro che vivono nel suo ambito. Per sopravvivere, una cultura ha bisogno di mezzi per risolvere i conflitti d’ interesse inerenti alla vita in comune. Uno di questi mezzi sono i sistemi di scambio (per usare il vecchio termine di Lévi-Strauss): i miei servizi per i tuoi beni o per il tuo rispetto o che altro.

       Un altro è il ‘gioco serio’ (prendo a prestito la felice espressione di Clifford Geertz): modi di rappresentare e rimuovere micidiali conflitti di desideri in un elaborato rituale, come nel famoso combattimento di galli a Giava, così vivacemente descritto da Geertz. O, in mancanza di ogni altra cosa, inventiamo un sistema giuridico e diamo presumibilmente a ciascuno il suo giorno di giustizia in tribunale.

       Nessuna cultura umana può operare senza qualche mezzo per trattare gli squilibri prevedibili o imprevedibili alla vita in comune. A parte tutto il resto, ciò che una cultura deve fare è escogitare dei mezzi per tenere a freno interessi e aspirazioni incompatibili. Le sue risorse narrative – racconti popolari, storie antiquate, la sua letteratura in evoluzione, perfino i suoi tipi di pettegolezzo – servono a convenzionalizzare le ineguaglianze che essa genera, tenendo così a freno i suoi squilibri e le sue incompatibilità”.

       Jerome Bruner è un autore che ho scoperto da poco e che ritengo emozionantissimo. Perché come pochi altri è ossigeno per il cervello e un grande aiuto a leggere anche il contesto nel quale ognuno di noi esercita il proprio lavoro. In altre parole, ci fa lavorare meglio, ci dà la sensazione di far parte di qualcosa. Credo che  questo non abbia prezzo. Sì, è un libro che consiglio.

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