E’ difficile per qualsiasi teoria dello sviluppo umano far presa sull’ “immaginazione culturale” di persone atterrite dall’idea che possa non esserci un futuro: una teoria dello sviluppo è infatti, par excellence, una teoria del futuro. In circostanze del genere, possiamo forse aspettarci che emerga una teoria dello sviluppo abbastanza forte da plasmare una realtà nuova ? Negli anni a venire, avremo delle teorie dalla portata modesta e dagli interessi circoscritti; teorie prive di concezioni ambiziose delle nostre future possibilità.
Come maturare competenza in un campo specifico, come affrontare un problema o un dilemma: sono queste le teorie dagli orizzonti circoscritti che sono di scena oggi. Il loro pregio è di andare incontro ai bisogni quotidiani delle società tecnologiche, offrendo loro un futuro fatto di routine. Io penso, però, che si tratti di uno stadio di transizione.
Se e quando supereremo l’occulta disperazione in cui viviamo oggi e ci sentiremo di nuovo capaci di frenare la corsa verso la distruzione, si farà strada, probabilmente, una teoria dello sviluppo di tipo nuovo. A motivarne l’elaborazione sarà il problema di come creare una generazione nuova che sappia impedire al mondo di dissolversi nel caos e nell’autodistruzione. Io credo che l’interesse centrale e specifico a cui risponderà sarà quello di come portare il giovane ad apprezzare il fatto che i mondi possibili sono molti, che significato e realtà sono creati e non scoperti, che la “negoziazione” è l’arte di costruire significati nuovi mediante i quali gli individui possano regolare i loro rapporti reciproci.
Dello sviluppo umano, io credo, non ci darà un’immagine che collochi tutti i fattori di cambiamento all’interno dell’individuo, del bambino isolatamente considerato. Se qualche cosa l’abbiamo imparata dall’oscuro periodo storico in cui ci muoviamo, è che l’uomo, di certo, non è “un’isola completa in se stessa”, ma un membro della cultura che eredita e che poi ricrea. Il potere di ricreare la realtà, di reinventare la cultura, è – come noi arriveremo a riconoscere – il punto dal quale una teoria dello sviluppo deve avviare la propria analisi della mente”.
Sì, è un libro che consiglio…