“Chi mi conosce a volte si lamenta del fatto che per me le cose sono bianche o nere. In effetti, qualche mio collega potrebbe dire: “Se cerchi un consiglio netto, o bianco o nero, vai da Randy. Ma se cerchi un’idea o un consiglio che abbia una qualche sfumatura, non è lui la persona giusta”.
Okay, ammetto di essere colpevole, e da giovane ero peggio. Dicevo che la mia scatola di pastelli conteneva solo due colori: bianco e nero. Credo sia questo il motivo per cui mi piace l’informatica, perché quasi tutto è vero o è falso.
Invecchiando, però, ho imparato a capire che una scatola di pastelli ha più colori. Ma penso ancora che se si vive la vita nel modo giusto, il bianco e nero si consumeranno prima degli altri colori.
In ogni caso, qualsiasi sia il colore, amo i pastelli.
Alla mia ultima lezione ne avevo portati centinaia. Volevo che tutti ne avessero uno quando avrebbero lasciato l’auditorium, ma quelli alla porta si sono dimenticati di distribuirli. Peccato. La mia idea era questa: mentre parlavo dei sogni dell’infanzia, avrei chiesto a tutti di chiudere gli occhi e di sfregare il pastello fra le dita – per sentirne la consistenza, la carta, la cera. Poi avrei detto di portare i pastelli al naso per annusarli. L’odore di un pastello riporta all’infanzia, non è così?
Una volta ho visto un collega fare una cosa simile con i pastelli con un gruppo di persone, e l’ho trovata un’idea ispirata. Infatti, da allora, ho portato spesso con me un pastello nel taschino della camicia. Quando ho bisogno di tornare indietro nel tempo, mi faccio un’annusata.
Ho un debole per il pastello nero e per quello bianco, sono fatto così. Ma tutti i colori hanno la stessa potenza. Annusateli. Vedrete.”
Questo per me non è stato un libro. E’ stata una grande occasione. Un incontro. Certi libri sono talmente forti che dovrebbero essere venduti in negozi diversi dagli altri. Da una parte romanzi e racconti, bestseller e novità, thrillerini polizieschi commedie, casi letterari e provocazioni, ultime tendenze e capolavori obbligatori. Dall’altra quelli veri. Tra qualche giorno ci voglio ritornare su…
Per questo vorrei sempre dare ai bambini pastelli e non pennarelli. I pennarelli sono rossi o verdi o gialli, non sono mai un rosso che sfuma in un grigio, che ha venature di violetto e che poi risorge in un giallo pallido che si fa via via più forte. O le ocre, i bruni, i verdi spenti dell’ulivo…Mi piace pensare ad un bambino davanti ad un’opera di Leonardo o ad una natura morta di Morandi…Il rammarico della mia vita è di non averlo potuto o saputo fare davvero.
Sì, però, dobbiamo guardarci dal divrntare come i pastelli o tutti bianchi o tutti neri. Anche le sfumature narrative (se non vogliamo definirle letterarie), leggesi i libri che hai messo in elenco tra una virgola e l’altra, hanno i loro colori. Non rassicuranti o ecologici. Non di buona qualità. Magari sono anche inodore. Ma fanno parte delle sfumature, delle sbavature, anche dei segni senza senso… ma ci tengono al riparo dalla rigidità. Quella che non ci permette di agire e di fare delle scelte, per esempio.
un abbraccio
Liz
Ciao Liz, che bello quando passi di qui. Vorrei tanto avere la rigidità di Randy Pausch! un abbraccio a te. gio.
anch’io 🙂
Liz