Qualche giorno fa ho ricevuto questa mail. Mi sembra giusto interrompere la serie di radiografie su Venezia 2007 per far sapere a più persone possibili quello che ha da dire Mauro Antonelli.

 

    Mi arrendo. Dopo 15 anni di onorato servizio, chiude, almeno per il momento, il Video Festival di Canzo. Ho sempre cercato, pur tra mille difficoltà, di fare un festival con serietà, avendo come obiettivi prioritari quelli della soddisfazione dei concorrenti e degli spettatori. Per questo una giuria esterna all’organizzazione di grande competenza ha sempre selezionato le opere al pubblico. Una cosa di cui vado fiero. Per questo la partecipazione al concorso è sempre stata gratuita, così come l’ingresso in teatro.

    Purtroppo i soldi sono sempre meno sufficienti e arrivano sempre più tardi, cosa che in questi ultimi 3 anni mi ha costretto a spostare il festival dalla data tradizionale di settembre a novembre poi a dicembre. Mentre il mio tempo libero è sempre meno, ogni cosa diventa sempre più complicata. Preferisco chiudere, allora, piuttosto che tradire quello che ho considerato fin dall’inizio un punto fermo: lavorare per un festival di qualità.
Meglio chiudere, insomma, piuttosto che accettare un compromesso al ribasso. Tradirei
voi, il lavoro da me svolto in questi 15 anni, le notti passate in bianco. Inutile dire che la cosa mi addolora. Grazie a tutti. In attesa di tempi migliori… Mauro Antonelli

 

   Caro Mauro, non sono mai stato personalmente al Festival di Canzo. Ma lo spirito che lo ha animato e che traspare dalle tue parole l’ho visto spesso in giro per l’Italia. Nell’allora neonato Genova Film Festival, qualche anno fa a Nettuno, a Chianciano, a Malesco, a Precicchie. In Liguria, nelle Marche, in Toscana, in Puglia, in Sicilia… dappertutto l’Italia è piena di persone che fanno con amore e senza denaro quello che dovrebbe fare uno Stato: far girare la cultura, rimescolare le idee, farci crescere insieme.

     Ma il nostro Stato non lo fa, e non si occupa di sostenere quelli che lo fanno al posto suo. Dietro il grande equivoco che democrazia significhi dare al pubblico quello che il pubblico chiede – e cioè rispecchiare l’audience – si nasconde la vigliaccheria di chi finge di ignorare che democrazia significhi in realtà offrire al popolo le possibilità sempre migliori che si hanno a disposizione. Ivi comprese quelle che il popolo ancora non chiede perché non conosce.

    La tua amarezza è la mia e quella di molti. Lo dico oggi con un governo di Sinistra esattamente come lo dicevo ieri con un governo di Destra. Nessuna illusione. Nessuna prospettiva. Se ci hai messo le mani lo sai. Per questo credo che dobbiamo diventare bravi. Anzi, bravissimi. Fare film che non costino niente, talmente forti da andare in giro perché la gente li vuole, perché ne ha bisogno. Insistere con il coraggio di pensare e ostinarsi a farlo.

    Questa breve risposta è solo un ringraziamento a te per questi quindici anni. Per le tue notti passate in bianco. Sono state fra le più belle della tua vita credo, e hanno regalato immagini a gente che non le avrebbe mai viste. Hai visto i gemelli De Serio, Christian Angeli, Andrea Caccia, Miniero e Genovese, Samantha Casella e i moltissimi altri ? I nostri filmmaker fanno un cinema molto più bello del cinema italiano… E i luoghi in cui questi personaggi si possono conoscere sono quelli come il Festival di Canzo. Mi auguro di vederlo in futuro rinascere, e di venire personalmente a visitarlo, pensando a questa fine semplicemente come a una temporanea interruzione. Con affetto. Giovanni.

0 risposte

  1. si si si assolutamente spero proprio sia solo una pausa…di riflessione. Andare in giro con giò per i festival (almeno quelli che io ho potuto frequentare) è stata personalmente un’esperienza fantastica dal punto di vista sia artistico sia umano, per l’incredibile entusiasmo (e capacità) che questi ragazzi ci mettono nell’organizzare e far vivere eventi come un film festival. “Resistere resistere resistere” o “vaffanculo” mi piacerebbe però che qualcuno lo dicesse anche in queste occasioni, ogni volta cioè che viene soffocata un'(onesta) occasione di far crescere culturalmente una nazione, la tua nazione.
    Per cui ce ne appropriamo noi dei loro slogan, e diciamo: resisteremo, resisteremo, resisteremo! l’unico modo per farlo è continuare a produrre i nostri lavori…e vaffan.. anche da soli!!!

  2. Sono spesso i soldi a mancare. A tutti.
    Ma quanti ce ne vogliono per fare un film? Un film bello, intenso, con una buona sceneggiatura, una pari regia, della musica adeguatamente composta e interpetata, una fotografia che faccia immaginare oltre le parole.
    Allora, Giovanni, quanto ci vuole?
    Apriamo una sottoscrizione popolare? Secondo me ce la puoi fare…
    un bacio,
    Anna
    (che non sa usare i proiettori :-P)

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