Non saprei dire l’ultima volta che era successo: Giada e io che usciamo insieme di sera. Lo facciamo per una conferenza che ci attizza:  educare i preadolescenti. Titolo: Questa casa è un albergo? Un po’ reazionario, penso. Ma forse è l’adolescente che è in me a parlare. Quindi si va, sperando di trovare ossigeno per il cervello e approcci nuovi che possano mostrarci prospettive non viste.

Il nostro relatore è padre di due bambini, il primo ha 3 anni e la seconda 20 giorni. Come padre ha ancora qualche mese per pensarci prima della preadolescenza. Ma è un laureato quindi tecnicamente ha le carte in regola. E’ laureato in qualcosa tra comunicazione e pedagogia, una definizione lunga circa una cartella, roba tosta insomma.

Diapositive. La prima è una foto di un tavolo apparecchiato davanti a un camino acceso. Ci chiede che cosa rappresenti. E noi diligenti: un tavolo apparecchiato con dietro un fuoco. Momento di riflessione che ci conduce a pensare che una volta si cuoceva sul fuoco e ora con il microonde. Segue la foto di un cortile. Quello era il luogo della comunità. Oggi il cortile non esiste più. Casomai l’oratorio, senza troppo entusiasmo.

E poi gli impegni. Questi ragazzi stressati da scuola, nuoto, catechismo, pianoforte e compiti, tempo prolungato. Accidenti, una volta non era mica così. C’erano il camino e il cortile. Bisogna fare i conti con la nuova situazione. Altro capitolo dolente: le famiglie allargate. Niente in contrario con divorziati e risposati – si lancia il giovane psicologo in un afflato progressista da Concilio di Trento – però è evidente che i figli si debbano relazionare ai nostri fallimenti sentimentali e familiari molto più di quanto abbiamo dovuto fare noi.

Mentre mi chiedo chi siano questi noi, perché in sala ci sono estremi di età di circa 30 anni, attendo la conclusione di questa lunga premessa che è partita dal camino ed è finita al divorzio. E la conclusione è geniale. Il disastro oggi è che i nostri ragazzi – causa appunto internet le chat e facebook – sono meno abituati alle relazioni di quanto lo fossimo noi, cresciuti a caminetto e cortile. Quando ho sentito questa lettura conclusiva per un momento ho avuto un dubbio: intervenire e parlare o tacere per sempre?

Alla fine ha vinto la seconda. Perché credo che una conferenza non sia una tavola rotonda e non mi piace pensare di avere cose altrettanto serie da dire di chi si è preparato su un argomento e parla del suo ambito professionale. Però il mio rozzo buon senso non riesce ancora a trovare pace. Ricapitolo veloce: i nostri ragazzi sono stressati dai numerosi impegni. I nostri ragazzi devono sopperire alle nostre nefandezze e ai nostri fallimenti. I nostri ragazzi chattano troppo. Per cui: sono disabituati alle relazioni.

Quante persone incontra un ragazzino al corso di nuoto? Più quelle che incontra a catechismo quanto fa? E se aggiungiamo pianoforte inglese e la classe scolastica? E se è vero quello che dice lo psicologo sulle famiglie allargate: quante mamme conosce un bambino? Quante compagne di suo padre o compagni di sua madre? Quanti fratelli acquisisce in media? Quante case gira? Non direi che è così disabituato alle relazioni:  io direi che invece fa dei veri miracoli per gestire le sue relazioni.

Delle tre una: o i nostri ragazzi sono sempre in mezzo alla gente e agli amici facendo le troppe cose che fanno, o i nostri ragazzi si stordiscono tutto il giorno davanti a internet, oppure fanno entrambe le cose e allora frequentano un corso di nuoto on line. Bisognerà mettersi d’accordo almeno su quale luogo comune professare con tanto vigore. Perché professarli entrambi ci dice pochissimo dei ragazzi e moltissimo di noi e dello stato confusionale in cui versiamo. E a parte domandarmi da dove si evinca che la famiglia allargata sia un disastro di per sé –  non vorrei che nello stesso manuale ci fosse scritto che la famiglia ristretta è positiva di per sé – mi chiedo: ma se  i “disastri” dei divorzi e delle famiglie allargate li abbiamo fatti noi… siamo sicuri che crescere a cortili e caminetti fosse questo granché?

La morale della serata è la seguente. Se già esci poche volte con tua moglie, quando lo fai non andare alle conferenze. Portala a cena. Cucina con forno a legna. Me l’hanno consigliato in chat.

 

0 risposte

  1. Se non ci fossi bisognerebbe inventarti caro Giovanni, hai dato voce, come al solito da par tuo, a riflessioni che faccio ogni volta che vado a sentire conferenze di “esperti”, grazie!
    p.s. di buono c’è però che mai siamo andati in due!
    Quando tutti voi da noi?
    at salut MM

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