Un passaggio a sorpresa anche per me. Cinque anni dopo. Una bellissima emozione nel ritrovare tutto come un tempo, anzi cresciuto e diventato adulto. Il Genovafilmfestival è magnetico. Quando ci entri poi vorresti stare chiuso tra le sale di proiezione e le chiacchiere con i magnifici 3: Antonella, Cristiano, Caterina. Che creano questa vera magia da 14 anni. Mi infilo in sala 5 e sento il dibattito sulle esperienze di ricostruzione di alcuni bravissimi filmaker del G8 di dieci anni fa. E forse la storia più bella me la regala Davide Ferrario.

La mattina dell’11 settembre 2001 ha finito di montare il suo film di ricostruzione sugli eventi del G8 e della Diaz. Penso ci fossero non solo immagini sue ma anche diversi contributi presi dalle camerine amatoriali, dai telefonini ecc. E’ tutto felice e verso mezzogiorno dice a se stesso che questo documentario farà veramente un gran casino: le immagini, il clima, tutto. Alle 14.45 il primo aereo entra nella torre e lui si rende conto che il suo documentario sarà cancellato e che nessuno se ne occuperà per chissà quanto tempo.

Non so perché ma il racconto di Davide Ferrario mi segue in questi giorni. Anche perché fatto con ironia, con gentilezza, con un sorriso. Tutto un grande lavoro cancellato in un secondo. Il trauma del G8 cancellato dalle Torri Gemelle. Eppure il suo lavoro c’è ancora, esiste e resiste dopo dieci anni e aiuta la memoria e la ricerca della verità. Mi dico che alla fine quello che conta, che non è affidato al caso o agli attentati che cambiano la storia, è soltanto il modo in cui si lavora. La nostra idea di successo dovrebbe stare tutta lì, nell’aver fatto il massimo e nell’aver raggiunto gli obbiettivi interni al lavoro. Quel che accade dopo è davvero una carambola di cui non abbiamo il controllo. Ma il sorriso di Davide Ferrario mi ha fatto pensare che crollano solo le torri. I significati no.

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