La cosa è nata in modo assolutamente casuale. I ragazzi del terzo attori della Paolo Grassi leggono l’elenco iniziale a Vieni via con me e li guardo. Così potrò prenderli in giro bonariamente. Poi la televisione resta accesa – per questo non bisogna accenderla mai – e mentre sparecchio Saviano racconta cosa si sente a morire sotto il terremoto. Di qui le riflessioni di qualche giorno fa. Certe cose si chiamano. Nel giro di pochi giorni continuo a sentir parlare di Saviano, di cui non mi ero mai occupato. E mi rendo conto che forse anche quello che ho scritto non è molto chiaro.
Credo che Saviano abbia dato un grande contributo. Non solo alle indagini, anche proprio agli italiani. Credo nel suo coraggio, nel rischio che probabilmente corre. Sono scelte decisive di una vita e di un’identità. Scelte per sempre, di quelle che oggi non si compiono spesso. Ma dall’altra parte è inevitabile vedere il meccanismo di soldi denaro successo che lo ha accalappiato e di cui ora è forse anche vittima ma di fatto collaboratore.
Ho promesso brevità. Ma si sa, fatta la legge… allora vi invito a leggere questo articolato e interessantissimo documento nel quale forse alcune cose che penso vengono dette meglio e con più chiarezza di quanto sappia fare io.