Qualunque reazione abbia innescato dentro di noi il pezzo ansa, è facilmente osservabile un dato: il giornalista evita con correttezza di connotare emotivamente la vicenda. Stila i fatti in modo  accurato e preciso, e la cosa è necessaria al fine di comprendere l’accaduto. Potremmo dire che questi sono i fatti. Si tratta di capire quanto i fatti abbiano a che vedere con la verità.

    Per noi non esiste la fila dei fatti. Perché come narratori non ci collochiamo in un’ottica esterna alle cose. Le storie sono sempre di qualcuno e pertanto sono sempre viste con gli occhi di qualcuno. Ecco la versione di una brillante allieva di quest’anno. Ha scelto di prendere la parte del figlio.

 

Il punto di vista del figlio.

Di Valentina Volpi 

    “E’ stato più o meno un anno fa, il 18 febbraio 2007, quando quella maledetta è entrata nelle nostre vite. Mamma è morta verso la fine del 2005 e papà è crollato. Pensavamo che col tempo si sarebbe ripreso ma a 93 anni non dev’essere facile… Non riusciva a fare più niente da solo, io e mia moglie gli siamo stati il più vicino possibile ma avevamo il lavoro ed i nostri figli di cui occuparci… Bisognava trovare una soluzione… e la soluzione si è presentata bussando alla porta: Maria.  E’ stata la prima a rispondere all’annuncio sul giornale in cui richiedevo una badante solida ed efficiente.

    Maria, con i suoi grandi occhioni color nocciola ed il nome divino… ci ha infinocchiati tutti… papà per primo ! E’ rimasto subito folgorato da lei, ed io volevo renderlo felice, così non c’è stato bisogno di provinare altre donne, abbiamo assunto la romena con gli occhioni e chi si è visto si è visto. All’inizio eravamo tutti molto soddisfatti del lavoro che svolgeva: la casa era sempre in ordine e papà aveva ricominciato a sorridere. Sembrava un miracolo, troppo bello per essere vero… e infatti…  tutta questa perfezione non è durata a lungo.

    E’ stata mia moglie ad accorgersi che qualcosa iniziava a non quadrare: con il passare del tempo Maria è diventata sempre meno efficiente: la casa non era più pulita come i primi tempi, ma papà non si lamentava e se solo provavamo a proporgli una nuova badante andava su tutte le furie… Certo, la cosa mi sembrava un po’ sospetta ma credevo solo che il vecchio “sentimentalone” si fosse affezionato troppo alla ragazzina che lo accudiva, non immaginavo quali servizi extra gli fornisse quell’indemoniata al posto di spolverare in giro!

    Siamo andati avanti così più o meno fino a settimana scorsa, quando mia moglie, che si occupa della contabilità di famiglia, ha notato un prelievo in contanti di ben 60 mila euro, effettuato da mio padre. Quando sono andato da lui a chiedergli spiegazioni mi ha semplicemente detto che erano per Maria, che l’amava e che voleva addirittura sposarla!! Allora tutto mi è diventato più chiaro: quella bambinetta innocente non era altro che una sgualdrina da 4 soldi, che adesso però se n’è intascata 60 mila. I miei 60 mila! All’inizio ho provato a mantenere la calma e a far ragionare  mio padre: lui novantatreenne e lei venticinquenne… qualcosa non andava no ?

    Ma lui era ostinato e testardo!! Diceva che lei lo faceva sentire giovane… un ragazzino… chissà come poi! Ho provato ad allontanarli con le buone, ho lasciato che provasse ad occuparsene mia moglie ma a mali estremi estremi rimedi ! Quella parassita non se ne voleva proprio andare e così ho preso il mio fucile da caccia e sono andato da mio padre per risolvere la questione una volta per tutte. Volevo spaventarla, tenerla lontana da mio padre, in fondo lui era un brav’uomo, sa ? Ma quando lei se n’è andata lui ha iniziato ad inveirmi contro, era impossibile farlo ragionare, ho tentato nominandogli la mamma, che era morta da così poco tempo, e di cui lui stava infangando la memoria per sposarsi una puttana, ma lui ha detto che non gli importava !

    Mi ha voltato le spalle, e in quel momento non era più mio padre, era solo un vecchietto rimbambito, soggiogato da una cagna che presto si sarebbe presa anche la sua vita oltre che i suoi soldi… non potevo permetterlo! Così ho stretto il fucile tra le dita… ed ho premuto il grilletto. Un solo colpo, alla testa. Gli ho sparato. Ho liberato mio padre, l’ho liberato da quella donna, dagli istinti della sua carne, l’ho rimandato dalla mamma, e ora lei si prenderà cura di lui.” 

 

 

0 risposte

  1. Ho riflettuto ed ora ho anche letto lo scritto di Valentina, non riesco a scegliere UN punto di vista e farlo mio……forse perchè in quella “cronaca” vedo racchiusi tutti i sette peccati capitali…..qual’è il bonus di peccati che ti sono permessi per poter giudicare gli altri? Mauro

  2. Carissimo Mauro è sempre un piacere quando passi di qui… Il tuo intervento mi aiuta a dire una cosa che tengo sia chiara per leggere correttamente il lavoro dei giovani allievi dello IED. Qui si tratta proprio del contrario del giudizio. Non si lavora in termini di torto o ragione, di scelte di valore. Ma di esplorazione. Esplorare il punto di vista di un altro personaggio significa proprio sospendere il proprio giudizio. Quello che Valentina ha scritto è ciò che ha trovato dentro di sé uscendo dalla propria configurazione del mondo e provando ad entrare in ascolto di quella di un altro. Non si tratta di scegliere, ma di scegliere di conoscere. Questo lavoro è un piccolo passo in un mondo per noi assolutamente lontano, quello del cuore e della mente di un’altra persona. Non vuole “spiegarlo”, vuole essere una prova di uscita da noi stessi e dalle nostre certezze e valutazioni. Che è il primo passo per scrivere, e insieme il suo fine.

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