Dopo aver analizzato il desiderio inconscio del personaggio, il suo obbiettivo e il suo nemico, la fase successiva è la guerra. La guerra inevitabile che esplode tra il personaggio e il suo nemico per il raggiungimento dell’ obbiettivo.
Che cos’è una guerra ? E’ una catena di azioni che non riescono a risolvere un conflitto né in un senso né nell’altro. Né il personaggio raggiunge il suo scopo, né il nemico annienta il personaggio. La guerra è un colpo su colpo, che generalmente matura nel secondo atto, e che serve a farci conoscere profondamente il nostro eroe.

    E’ la fase centrale della vita di una storia che, come la fase centrale della vita di ognuno di noi, rappresenta il momento in cui non si è più protetti dal nido materno e non lo si è ancora dai giovani che verranno. E’ la tua partita, il tuo momento di definizione. L’eroe è in campo e fa seguire azione ad azione dopo ogni ostacolo.
L’importante è che questa guerra sveli alcune cose del nostro personaggio, altrimenti la vita non sarebbe il percorso di conoscenza che è.

    Direi che ne deve svelare almeno due, ma sono certamente di più: una sistemica e una dinamica.
Quella sistemica è la strategia del personaggio, ovvero quel filo logico e drammatico silenzioso e potente che lega un’azione alla successiva. Come si muove il nostro eroe se la donna che ama gli dice picche ? Come ci riproverà ? Dunque, prima notizia dalla guerra: qual è la strategia del nostro eroe.
Ma nessuno di noi rimane uguale a se stesso durante una guerra. Specie se questa guerra è una guerra lunga. Ecco perché c’è anche una scoperta dinamica: il cambiamento. Sì, forse il nostro personaggio dopo trent’anni vuole ancora la stessa cosa o la stessa persona. Ma… non le vuole più nello stesso modo.

    Di quanta amarezza si carica un obbiettivo tardivamente raggiunto ? Oppure raggiunto a un costo troppo alto ? Oppure come cambia il desiderio di qualcosa quando si capisce che non la si avrà mai ?
Troppo spesso vediamo film nei quali i personaggi perseguono il proprio obbiettivo sempre nello stesso modo e sempre con la stessa determinazione. Modificare il mood di una linea drammatica che rimane se stessa è estremamente difficile ed è opera di cesello psicologico. Ma, come dire, è tanta fatica scrivere una storia, che val la pena di farlo fino in fondo, no ?

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