La ragazza è molto giovane. Deborda di entusiasmo e di tutto il resto dai suoi occhi e dalla povera maglietta stipata come uno stadio al limite della capienza. Con certe persone la Natura è stata colta da un entusiasmo folgorante e si è fatta prendere la mano sulle quantità. In ogni caso il suo sguardo è luminoso e trasuda felicità di essere lì, nel negozio di magliette a metà del Corso.

Sono attratto dall’idea che si possano prendere 3 articoli pagando il meno caro 1 euro. La cosa mi spinge per un momento a calcoli diabolici tipo adesso faccio l’affare della vita. Ma in breve mi convinco che l’unica cosa davvero sensata sia prendere quel che mi serve. Tre magliette alla stessa cifra, così viene fuori in pratica un 3×2. Scelgo i colori. Mi rivolgo alla ragazza perché lì ci sono solo le M e io le chiedo delle L.

Mi guarda perplessa Sicuro che non la vuoi provare? Sicuro che ti vada bene la L? Sicuro.  La maglietta addosso non la devo nemmeno sentire, ho bisogno di spazio. Lei prende le tre magliette taglia L e le infila nel sacchetto. Vengo a casa. Provo quella blu. Accidenti, è stretta. E dopo un lavaggio sarà inutilizzabile. Torno indietro e faccio ammenda.

– Guarda, avrei dovuto ascoltarti. Alla mia età non ho ancora imparato. Posso cambiarle? Lei sorride e con grandissima simpatia prende le tre magliette e se ne va verso lo scaffale. Torna con tre magliette taglia M.

– Ma… veramente io vorrei le XL. Lei proprio non ci sta dentro, in tutti i sensi.

– Ah. E si ferma a guardarmi. No perché io ti avrei proprio dato una M. Cioè, ma se prendi la XL tu, le L e le M chi le prende? Sorrido.

– E’ che mi sento più comodo… perché poi devi calcolare che un po’ si stringono sempre, per cui… E’ qui  che si riattiva, qualcosa l’accende:  Ma no scusa, tu come le lavi ?

–  Mah, in lavatrice normalmente, a 40°C.

Ecco svelato l’arcano. Ma no! Queste vanno a 30 °C, così certo che le stringi! Molto perplesso guardo di straforo l’etichetta sul colletto. Campeggia un bel marchio 40 °C.

– No perché qui… vedi? Dice 40 °C.  – Ah sì, qui dice 40 °C è vero, però io sai perché te lo dico? Soprattutto per il colore. Si conserva meglio se la lavi a 30 °C tanto viene pulita lo stesso. Soprassiedo e annuisco sorridendo. La ringrazio perché mi ha concesso il cambio. Ma qualcosa dentro di lei deve avvisarla che il discorso del colore non è del tutto pertinente.

Allora mi raggiunge mentre già me ne sto andando. E la centrifuga? Mi giro come un bambino beccato con le mani nella marmellata. La centrifuga? – Sì, a quanti giri la fai andare? Roteo gli occhi cercando di ricordare qualche numero visto sulla lavatrice, tanto per non deludere. Non saprei davvero.

Eh no, perché non devono essere più di 750. Annuisco senza più argomenti. Una volta non c’erano lavatrici più veloci e il problema non c’era. Ma se la metti a più di 750 giri, i tessuti si stringono. Deglutisco. In realtà la parte peggiore di me sta lavorando alacremente. E mentre la guardo tracimare entusiasmo e materia penso: Ecco cosa ti servirebbe: un bel giretto a 1200 giri ed esci che sei a posto! Invece dico: non smetto mai di imparare.

Poi cammino per il Corso, verso casa, sotto il sole. E penso all’incoerenza della storia del colore. Penso al fatto che un’apparente incoerenza cela sempre una coerenza nascosta di natura più drammatica e sottile. Non voleva mandarmi via senza aver affrontato il problema. Ci teneva a risolverlo e a spiegarmelo. Era felice di essere lì. Un non so sarebbe stato inaccettabile per lei. Costi quello che costi. L’incoerenza è la spiegazione di minor valore, sempre. La giovane commessa la venderebbe a un euro.

0 risposte

  1. Prova per un attimo a prenderti la responsabilità del suo comportamento? Sei tu che chiedi sempre risposte definitive, chiare, coerenti… e gli altri provano ad accontentarti come possono 🙂
    bacio
    Liz

  2. Sei sicuro che la maglietta che hai pagato un euro non si restringerà? Già, quella meglio lavarla a freddo…non si sa mai!

  3. dai ok..accetto di essere bannato..ma, santo cielo, concordo con la parte peggiore di te che si era già messa a frullare!

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