Ecco una storia esemplare di come una storia non sia mai soltanto una. Credo che non valga solo per i nostri racconti, ma anche per quello che viviamo ogni giorno. Se per un momento non ritenessimo la nostra storia l’unica esistente e il nostro punto di vista l’unico plausibile, il senso delle cose potrebbe cambiare o addirittura ribaltarsi… Questa è la saggezza di Nasreddin, eroe straordinario che ci richiama sempre a riesaminare le nostre certezze.
“Mentre si lamentava come sempre della sua povertà, una sera Nasreddin diede una festa a casa sua, una festa tale che l’eco della sua magnificenza giunse all’orecchio del califfo. Questi mandò a chiamarlo e gli chiese quale fosse la provenienza del denaro occorrente per una simile festa.
– Faccio scommesse e vinco, rispose Nasreddin.
– Ma che cosa scommetti ?
– Non importa cosa.
– Saresti disposto a scommettere con me ?
– Immediatamente, rispose Nasreddin.
– Dieci monete d’oro ?
– Dieci monete d’oro.
– E tu che scommetti ?
– Scommetto che domani mattina, quando ti alzerai, avrai un grosso foruncolo sulla natica destra.
Scommessa fatta. L’indomani mattina, dopo una notte agitata, il califfo constatò, al suo risveglio, che non aveva niente sulla natica destra né su quella sinistra. Mandò a chiamare Nasreddin e gli comunicò che aveva perso la scommessa.
Nasreddin chiese di poter verificare. E la cosa fu fatta. Il califfo si abbassò velocemente i pantaloni e mostrò le natiche a Nasreddin, che riconobbe di aver perso ritirandosi in silenzio.
La sera stessa il califfo venne a sapere che Nasreddin dava una festa ancora più sontuosa della prima. Mandò a chiamarlo e gli chiese, abbastanza scontento, le ragioni di questa sorprendente allegria.
– Molto semplice – gli rispose Nasreddin – avevo scommesso cinquanta monete d’oro con il tuo visir e ho vinto.
– E che cosa avevi scommesso ?
– Che stamattina, se fosse venuto abbastanza presto e si fosse nascosto dietro una tenda, avrebbe visto il califfo mostrarmi il sedere.