Si ritrovano in un bar di Milano, uno di quelli con un bancone che fa una lunga “L” piena di paste, cioccolatini, torte troppo lavorate che gridano: guarda come siamo bravi qui.  E sono come due pesci rossi, il quarantenne regista sconosciuto e la star, carismatico ed eccentrico uomo vicino ai cinquanta. Devono discutere di una semplice, piccola operazione. Un progettino, ma che vogliono fare per bene.

    Solo che… intanto che parlano il discorso si sposta da quello che la star si era scritto su un foglietto di carta e che lo sconosciuto regista appuntava in silenzio, alle pareti del bar, o… dell’acquario. Il problema non è parlare di che libro esce oggi. Il problema è il contenitore che provoca  alcuni fatti bizzarri di cui chiunque in questo acquario può essere testimone. Facciamo degli esempi, propone il regista.

    Allora ordinano il caffè e chiacchierano del più e del meno… Oggi un autore che scrive un libro intelligente non ha nessuna chance di venir pubblicato se non ha una visibilità televisiva. Ne consegue che chiunque abbia una visibilità mediatica ha più possibilità di pubblicare un romanzo di un autore vero e proprio. Oggi un libro si pubblica se l’autore è… simpatico (nomi e cognomi che la star sciorina con un misto di pena e tenerezza), se è bello, se ha avuto una storia personale struggente, o una malattia resa nota dal sistema mediatico (altri nomi e cognomi). 

    Le pareti dell’acquario sono definite anche dal milione di euro che un colosso internazionale ha spalmato su alcuni grossi network radiofonici italiani, affinché si ricalcassero sul modello base, e creassero un “mondo linguistico” che è quello di quel colosso. Nessuna differenza, nessuna punta. E’ una richiesta precisa pena perdere il finanziamento.

    Pareti sono anche l’impossibliltà di non leggere, di non voler prendere parte. Se funziona un autore per adolescenti, il suo libro diventa un film, uno spettacolo, un linguaggio, una mentalità, un cinico e spietato mercato all’interno del quale tu ti trovi volente o nolente.  I ragazzi parlano così e quel che è peggio i loro genitori parlano così. Non è più il romanzo che viene ad abitare dentro di te: sei tu che vivi all’interno dell’operazione di marketing creata per vendere quel romanzo e tutti i suoi annessi e connessi.

    Il pesce rosso quarantenne sconosciuto rimesta il fondo del suo caffè. “Dove va a finire tutto questo ?” La star sorride con amarezza. “Non lo so”. L’origine dei due è teatrale. Accademia di Roma, Paolo Grassi di Milano. Allora si parla anche di teatro. Scientemente ucciso circa quindici anni fa. Il collasso di oggi si legge nell’incapacità della gente che assiste agli spettacoli – sempre di meno – persino di riconoscere se un attore è bravo o no. Oggi un personaggio televisivo simpatico calca le scene declamando Shakespeare in modo “simpatico”.

    E’ come il Tom Tom questo tempo. Rassicurante, quasi suadente. Il fatto è che non guardiamo più la strada. Guardiamo direttamente il Tom Tom. Non abbiamo più rapporto con la realtà, ma solo con immagini. Alla fine, chiude la star, quelli di “Scherzi a parte”  si resero conto che al pubblico non interessava che lo scherzo fosse vero, ma solo che fosse girato bene. Che fosse levigato, bello da vedere. Il rapporto con la verità è del tutto secondario. “Sapessi i sociologi e gli psicologi di grido con i quali ho litigato a morte anni fa, all’inizio dei reality, perché dicevano che la televisione stava per avere una grande possibilità, e che avrebbero rappresentato una svolta epocale e positiva”…

    Fuori dal bar c’è Milano che corre. L’aria è pesante di smog, sarà perché i due sono al di fuori dei bastioni. In quei quattro metri cubi pare che l’aria sia più respirabile del 30%, e gli incassi tra pass e multe non sembrano male. Vedi che non tutto va storto. Bella, Milano. Bello, tutto quest’acquario…

0 risposte

  1. ehi,.. ma adesso mi devi dire chi è la “star”…..almeno qualche indizio, non so…è bravo…recita da dio… è umile…si sacrifica…studia…però, forse, hai ragione: è in televisione!
    gigi

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