Mi torna in mente un vecchio esercizio di Stanislawskij, fatto ai tempi della Paolo Grassi, ormai moltissimi capelli fa. Allora prendo Samuele e glie lo faccio fare nel modo che ho imparato essere il più giusto, e cioè giocando.

    Samuele ride, si diverte, fa le smorfie e prova le intonazioni che gli sembrano più congruenti con le situazioni date. Non vado oltre. Abbiamo solo giocato. In realtà, abbiamo iniziato un percorso che poi non finisce mai nella vita. Quante parole ci sono, nelle parole ?

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