Mi torna in mente un vecchio esercizio di Stanislawskij, fatto ai tempi della Paolo Grassi, ormai moltissimi capelli fa. Allora prendo Samuele e glie lo faccio fare nel modo che ho imparato essere il più giusto, e cioè giocando.
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Sai che alle dodici ti faranno un’iniezione dolorosissima. Prova a chiedere “CHE ORE SONO”.
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Sei in attesa del treno che ti porta al mare in vacanza. Prova a chiedere “CHE ORE SONO”.
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Non mangi da due giorni e stasera finalmente mangerai. Prova a chiedere “CHE ORE SONO”.
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La maestra parla da un’ora e tu sei morto di noia. Prova a chiedere “CHE ORE SONO”.
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Ti svegli di soprassalto nel cuore della notte. Prova a chiedere “CHE ORE SONO”.
Samuele ride, si diverte, fa le smorfie e prova le intonazioni che gli sembrano più congruenti con le situazioni date. Non vado oltre. Abbiamo solo giocato. In realtà, abbiamo iniziato un percorso che poi non finisce mai nella vita. Quante parole ci sono, nelle parole ?
…E quante ce ne sono nei silenzi?:-)!Che meraviglioso mondo quello della comunicazione…
:-)!
…ma i silenzi esistono o sono solo parole non dette?
spesso i silenzi dicono molto più delle parole
…ma io non ho capito nemmeno il gioco/esercizio! E’ grave?
Scusa, sai l’ora?