Il progetto è chiaro e attraente: costruire un vero villaggio preistorico. Palafitte di stuzzicadenti, mare di carta, sassi per gli scogli e altre ingegnosità. Samuele è immerso nella costruzione del mondo e dei personaggi che lo popoleranno. Già, i personaggi. Come costruire degli omini in scala ? La cosa è ardua davvero, ed ecco spuntare l’idea della maestra: soldatini. Soldatini per fare gli uomini preistorici. E’ così che molti dei bambini hanno ricevuto in dono un soldatino con fucile o con pistola: perché i soldatini armati non possono ovviamente funzionare per il villaggio e avanzavano dal progetto.

    Samuele ha ideato un piano e l’ha portato a termine senza esitazioni: ha tagliato il fucile al soldatino. E l’ha reso idoneo al progetto. Stamattina lo porterà a scuola e lo farà reintegrare. L’ex soldatino recupererà la propria dignità di uomo. Vedo in questo una perfetta lezione di cinema da parte di un bambino di otto anni. Ciò che per gli adulti era un soldatino, per lui era un uomo con fucile. Senza fucile, era semplicemente un uomo.

    Tagliare. Rinunciare ai progetti che sembrano immutabili e saldati come la plastica del soldatino, qualora la dissociazione di idee già connesse rigidamente aprisse nuovi orizzonti. Recuperare l’essenza del personaggio togliendogli l’inutile. Renderlo idoneo e congruente con il mondo di cui fa parte, fosse pure perché lo vuole cambiare.

    Osare. Contravvenire anche spregiudicatamente alle norme più evidenti (un soldatino con fucile è un soldatino con fucile: senza fucile è un soldatino rotto), se in testa o nel cuore c’è un progetto più lontano, preciso, e se esiste una strategia per portarlo a compimento.

    Cambiare la forma delle cose per portarne alla luce la natura. Per favorirne la  funzionalità rispetto al mondo di cui faranno parte.

  Stare semplici. Operazioni chiare, secche, senza fronzoli. Sotto i monitor della mia stazione di montaggio c’è un foglietto con scritto simplicity. Non è mai facile dire la verità ma le scelte per comunicarla sono spesso scelte di semplicità. La semplicità non riduttiva è chiarezza, e frequentemente coincide con una comunicazione trasparente. Toglierò il foglietto dai miei monitor quando avrò finito di capirlo. Ma credo che lo staccheranno i miei figli…

    Forse domani la maestra non sarà d’accordo con il reintegro nella comunità preistorica dell’ex uomo con fucile. Ma io mi ripasso la lezione e me la tengo per me. Non l’ho ancora digerita. Ciò che avverrà domani in aula non lo so, son cose da bambini di otto anni.  Cose da grandi davvero.

0 risposte

  1. Certe volte le maestre hanno delle idee discutibili. Meno male che a metterle in discussione e a dare un senso alle cose ci pensano i bambini…
    Anna

  2. Non so quanta consapevolezza ci fosse in Samuele mentre disarmava il soldatino. Al mio sguardo di adulto sembra un gesto bellissimo. E mi fa intravedere il germe di un’Umanità nuova, più consapevole. E in questo momento oscuro, restituisce speranza.

  3. Solitamente i commenti fanno capire all’autore di un blog chi lo segue o meno, mentre io passo di qui grazie al feed reader rimanendo dietro la porta ad ascoltare ogni giorno senza farmi vedere.

    Damiano

  4. Beh, ognuno lascia a suo modo una traccia, le tue fotografie l’han lasciata ben prima delle tue parole.

    Chissà che cosa commenterebbero le maestre di Samuele leggendo il post di papà Giovanni…

    Anna

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