In questo mese d’agosto voglio dedicare spazio a qualcosa di non attinente il cinema, a materiali che mi hanno aiutato durante quest’anno a non rimanere immobile nello spirito e nella mente. E voglio cominciare da un lungo contributo, che divido in brani, di Teresa Bombino e Elena Impegnoso. Con Teresa ho condiviso la bellissima esperienza di “Tredici”, il lavoro con gli alcolisti in fase di recupero al NOA di Limbiate. E’ una psicologa di quelle che ti fanno cambiare idea rispetto a quel che si dice comunemente. Una donna che ha la capacità di individuare l’essenziale e di affrontarlo direttamente con molta concretezza e sempre con speranza.

 

  

 

   TRA IL CORPO E LA MENTE: LA STRADA PER LA LIBERTA’

Esiti dell’abuso sessuale e psicologico nelle donne durante l’infanzia in contesti familiari multiproblematici.

Nucleo Operativo Alcologia, Limbiate – ASL PROVINCIA MILANO 1

 

    Bambine abusate nella mente e nel corpo. Figlie di famiglie nelle quali ciò che è comunemente considerato tabù, viene quotidianamente dissacrato attraverso condotte caratterizzate da abusi sessuali, violenze fisiche e psicologiche portate avanti nel silenzio all’interno di case tremanti di urla che sembrano vomito che non libera ma imbratta soltanto. Cresciute nella fiducia in chi, con la prepotenza ne ha plasmato il pensiero al punto di alienarlo e inscriverlo nella nosografia psichiatrica quando diventato adolescente manifesta una sindrome border-line.

    Arrivano adulte ai Servizi per le Dipendenze con una “doppia” diagnosi: dipendenza da sostanze e patologia psichica. Hanno ereditato il bisogno di sostanze e la violenza. Le sostanze, servono a cancellare il senso di schifo che si portano addosso, l’odio per se stesse e per chi, nonostante tutto, continuano ad amare. Entrano nel sangue come antagoniste della sensazione di angoscia e di allerta ormai croniche dopo abusi reiterati, e agoniste nella ricerca di un piacere colpevole diventato l’unico possibile.

    Il corpo, proprietà e comproprietà, rappresenta un campo di battaglia. Gli oggetti d’amore introiettati vengono distrutti e salvati attraverso comportamenti che ledono la salute e la dignità: disturbi alimentari, autolesionismo, tentati suicidi, disinibizione sessuale, uso di alcol, farmaci e droghe. Punizioni che non fanno accedere al Regno dei Cieli. Se, dunque, la dipendenza da sostanze non è altro che un fanalino di coda quale cura può offrire un Servizio di Alcologia ? Come può un trattamento psico-riabilitativo liberare da una gabbia che stringe un corpo e una mente talmente forte da essere entrata in ogni molecola dell’organismo e quindi dell’anima ?

    Gli operatori che sono istituzione e quindi Legge, sono tributari di un transfert simile a quello di un carcerato nei confronti del secondino. Nella sindrome border-line Bene e Male sono materia magmatica e allo stesso tempo scissa. BENE = Trarre profitto. MALE = Gli altri approfittano di me. Cosa si ricava da un secondino ? Si può sedurre, conferirgli un potere apparente, fargli credere che è importantissimo, giocarselo come si vuole e poi ammiccare alla morte. Tuttavia il secondino è sempre lì e se in un servizio vissuto come carcere ci si deve stare per forza (magari per un provvedimento penale o del Tribunale dei Minori), alla fine diventa un testimone.

    Egli con l’ascolto accompagna nel percorso introspettivo che mostra i desideri e le fantasie inconscie e aiuta ad analizzare il grave senso di colpa che nascedall’aver realizzato tali desideri. Un senso di colpa devastante che deve essere ridimensionato con la comprensione che sulle spalle si portano generazioni di sofferenza causata dall’abbattimento di quei confini necessari all’integrità fisica e psichica. (Continua) 

     

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