Con molto piacere accolgo questo “quasi fuori tema”, un contributo che ritengo molto interessante della dottoressa Nadia Lenarduzzi, la psicologa che insieme a me tiene i corsi di Team Building nelle aziende. Si tratta della recensione di un libro che ha a che fare con il nostro lavoro in queste realtà.

Buona lettura.

Alberto Marino, Annalisa Rolandi 

Autosviluppo

Coltivare competenze e motivazioni per la propria crescita professionale 

       

  

    Scoprire di poter diventare protagonisti della propria professionalità e del proprio sviluppo affiancando questa modalità a quella consueta del corso di formazione ( improvment) può essere per molti una piacevole sorpresa. Il requisito principale è la capacità di mettersi in discussione cioè la consapevolezza di dover migliorare alcuni aspetti del proprio modo di lavorare.

    A questo vanno aggiunti la perseveranza, la fiducia in se
stessi e la flessibilità.
Grande rilievo viene dato all’importanza del feed-back cioè al saper valorizzare i microfeedback che si esprimono nella consueta attività lavorativa fino all’avvalersi di feedback esterni strutturati nel proprio entourange professionale per valutare l’efficacia dei nuovi comportamenti appresi durante il percorso di autosviluppo.

Il libro non sottovaluta l’importanza del coaching ma aiuta ad individuare in quali situazioni è
possibile attivare un “sana relazione di coaching verso se stessi”.

     Non sfugge agli autori il fatto che non sempre le richieste dell’attività lavorativa e gli ambiti in cui si rende necessario un percorso di autosviluppo coincidono con le proprie preferenze. A volte capita di compiere attività in modo quasi automatico senza che l’individuo abbia la sicurezza di sapere ciò che davvero lo motiva. Per questo una mappa aiuta a mettersi alla ricerca o riscoperta di quelle che sono le preferenze consistenti nel tempo che influenzano in modo duraturo il nostro comportamento: si tratta di motivazioni profonde che non sempre sono rilevabili con l’autovalutazione.

    Talvolta ci attribuiamo motivazioni apprese che qualcuno o qualcosa all’esterno di noi ci ha attribuito o ha indotto e che ha effetti a breve termine. A volte pensiamo ci interessi e motivi qualcosa che è più legato a fattori contingenti come ad esempio quelli retributive o quelle attese dall’azienda stessa. Se invece si prova a rispondere alle domande chiave che gli autori individuano per scoprire la nostra spinta motivazionale si aggiunge un tassello importante a quella che Rheinberg (2002) indica come competenza motivazionale intesa come (…) la capacità di conciliare le situazioni attuali e future con le proprie preferenze nelle attività in modo tale da rendere possibile un agire efficiente senza continui sforzi di volontà.

     Il libro procede con una guida alla compilazione di un “piano” molto dettagliato nonché ai problemi che più spesso si verificano nella sua fase applicativa. Si tratta di individuare ora quali competenze inserire e qui “criteri bussola” orientano nel difficile compito della scelta. Gli autori sottolineano come sia utile mettere in lavorazione competenze che, oltre a presentare un livello di priorità elevato, ci sembrano relativamente “facili” da sviluppare in modo da ottimizzare il ritorno dell’investimento in corrispondenza dell’impiego di minori risorse.

 

Questo oltre ad essere un manuale pratico di autosviluppo rivolto ai professionisti di risorse umane e a tutti coloro i quali desiderano apprendere una metodologia efficace per accrescere il proprio bagaglio di competenze evidenzia la presenza di molte risorse che a volte diamo per scontate o non sospettiamo di avere e suggerisce come attivarle.

 

 

 

Alberto Marino, Annalisa Rolandi, “Autosviluppo” , Edizioni Angelo Guerini e Associati SpA,2006 

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