Dedicato a qualche amico che ha finito il suo lavoro ma non riesce a capirlo e… sì, dedicato un po’ anche a me e alla mia sceneggiatura…

 

 

    “Talvolta il problema non è la paura di non essere all’altezza, bensì al contrario quella di finire la storia: se arriverò in fondo, dovrò cominciarne un’altra. Questa è l’angoscia. E non ho altre idee. E forse la storia successiva non sarà altrettanto buona. Perciò, siete restii a terminare il romanzo o il racconto; invece, passate tutto il tempo a perfezionare quello che avete già scritto, a progettare diversi finali, oppure a riscrivere l’esordio, anche se tutti coloro che lo hanno letto sostengono che è perfetto.

    Talvolta la paura di riuscire assume un’altra forma: terminate la storia, però non la spedite. Anche se è compiuta, avete la sensazione che potreste fare di meglio, quindi la fate circolare in un’infinità di corsi o seminari di scrittura creativa (ecco a chi l’avete fatta leggere) per evitare di metterla sul mercato.

    Se timori di questo genere vi tengono bloccati, avete bisogno di imporvi delle scadenze, per esempio del tipo: spedirò questa storia entro il 3 dicembre. Inoltre fatelo sapere a tutti i colleghi del corso o seminario che frequentate, a vostro marito o a vostra  moglie, a vostra madre, ai vostri figli. Pregateli di chiedervi periodicamente se avete spedito la storia. Fatene una questione tanto importante da essere costretti a smettere di perfezionare il testo, altrimenti finirete per sentirvi come il più grande imbecille del mondo. Poi spedite il lavoro.

    E in attesa di una risposta procuratevi una copia di Spiacenti non ci interessa, a cura di André Bernard. Questa raccolta di rifiuti collezionati da altri scrittori vi rassicurerà, dimostrandovi che si può sopravvivere a un rifiuto, e che per giunta con la perseveranza si può trionfare. (…) Per esempio, quando Pearl S. Buck inviò in esame “La buona terra”, il libro che le permise in seguito di vincere il premio Nobel per la letteratura, si sentì rispondere: ‘Il pubblico americano non ha il minimo interesse per qualsiasi cosa che riguardi la Cina’.”

Nancy Kress, “Inizio Sviluppo e Finale” 

     

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