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Chiunque abbia vissuto una storia d’amore ha provato quanto distanti si possa essere seduti allo stesso tavolo e quanto vicini si possa essere pur divisi da un oceano. E chiunque abbia amato qualcuno che non c’è più sa che continua a sentirlo nel cuore.

Sembra che l’amore sia un sentire profondo che prescinde dai falsi parametri di tempo e di spazio. Perché ogni sentire si dà nel presente. Questa è la porta d’uscita dall’illusione dello spazio e del tempo ed è quella che meravigliosamente imbocca Ricordi? di Valerio Mieli. Ricordare significa portare al cuore e portare al cuore significa rendere presente a se stesso qualcuno o qualcosa. Contro lo spazio e contro il tempo.

Ricordi? è tutto qui, secondo me. Racconta la fatica di capire che siamo una cosa sola. Per questo facciamo tentativi su tentativi, paghiamo conseguenze dolorose, reiteriamo gli sbagli. Perché stiamo capendo. Se la vedessimo da questo punto di vista, la Storia dell’uomo non sarebbe la sequenza delle guerre e dei soprusi, ma quella dei dolori che l’uomo è stato costretto ad attraversare per riuscire a capire.

Il film falsa continuamente il tempo perché ogni momento è visto da dopo e ogni dopo è visto da dopo ancora. E’ uno dei pochissimi lavori italiani in cui mi sembra di vedere nella sceneggiatura e nella regia la consapevolezza che raccontare una storia è compiere un’azione precisa e di volta in volta specifica. In questo caso, il rapporto della camera con noi è di tipo ipnotico.

Valerio Mieli ci ipnotizza fino a farci sentire che la vita vera e interiore è totalmente fuori dal tempo come noi lo intendiamo, totalmente indifferente all’illusorio spazio in cui ci spostiamo nella nostra vita quotidiana. Il film ci conduce a questa consapevolezza con un’immersione vera e propria, con un flusso di eterno presente. Un’impresa ambiziosa che gli riesce quasi del tutto.

Immagino che diranno di questo film che è un film sul tempo. Può essere che lo dica anche Mieli. Per me non è così. E’ un film sull’assenza del tempo, sul fatto che la vita è tutta presente sempre. Ed è un film sull’illusorietà dello spazio. Esplora quel livello di noi in cui ci sono le cose che abbiamo sempre saputo e che nel flusso dei giorni abbiamo fatto finta di non sapere, il silenzio autentico e trasparente che sta dentro ognuno di noi seppellito dalla cascata delle parole di circostanza e di copertura. Ci connette al livello di noi che è il nostro vero nome, quello che siamo da sempre.

Per fare questo, Mieli ha trovato la collaborazione di due attori sul serio meravigliosi. Linda Caridi e Luca Marinelli sono pericolosamente veri, profondamente connessi agli stati dei loro personaggi e al loro fluttuare con concretezza laddove altri avrebbero deviato per i sentimenti. Questa è un’altra cosa preziosa del film: che per recitare gli stati interiori hanno lavorato sulle azioni fisiche. Piccole, precise, luminose. Scolpite.

Vorrei tanti film come questo. Film che mi accompagnino e mi spingano fin dove ho paura, fin dove non ho ancora capito e temo di andare. Anche se non perfetto, Ricordi? ti rimane dentro. Continui a sentirlo, a portarlo al cuore. Presente.

 

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