Ogni parola è inutile.

Grazie Silvano per il capolavoro di tutta una vita. Per il regalo dissennato e indiscriminato di tutta una vita. Per la luce che hai lasciato passare attraverso di te e che in questo momento è addirittura abbagliante.

Questo frammento che ho avuto la fortuna di girare con te è per chi non ti ha conosciuto, o anche solo per chi ha desiderio di rivedere il tuo sorriso.

E’ a disposizione qui, per chi volesse, con breve spiegazione sottostante.

0 risposte

  1. Grazie Giovanni per questo toccante video; ho auto il grande dono di conoscere Silvano e di averlo come Pare Spirituale.

  2. Grazie Giovanni per questo toccante video; ho auto il grande dono di conoscere Silvano e di averlo come Pare Spirituale.

  3. La cosa bellissima di questi minuti di vero cinema è che anche i piani d’ascolto, il viso di chi ascolta l’altro che sta parlando ma che io non vedo, parlano quanto e forse più dei Primi Piani di chi parla. Due grandi attori ma anche una guida sensibilissima, nel testo offerto alla loro intepretazione e penso anche alla loro improvvisazione e nella regia che offre alle pause, ai dubbi, ai pensieri già presenti nell’anima ma ancora contraddetti dalle parole, la possibilità di crescere. C’è azione, azione drammatica, profondo mutamento dei personaggi, anche nell’apparente immobilità dei loro corpi e nella staticità della situazione. L’uomo che se ne va alla fine è veramente un uomo diverso da quello che abbiamo incontrato all’inizio. E anche noi siamo ora profondamente diversi. Oserei dire, migliori. Ma questo è forse retorica. Qui lo dico e qui non lo nego, ma mi sforzo di viverlo.

  4. La cosa bellissima di questi minuti di vero cinema è che anche i piani d’ascolto, il viso di chi ascolta l’altro che sta parlando ma che io non vedo, parlano quanto e forse più dei Primi Piani di chi parla. Due grandi attori ma anche una guida sensibilissima, nel testo offerto alla loro intepretazione e penso anche alla loro improvvisazione e nella regia che offre alle pause, ai dubbi, ai pensieri già presenti nell’anima ma ancora contraddetti dalle parole, la possibilità di crescere. C’è azione, azione drammatica, profondo mutamento dei personaggi, anche nell’apparente immobilità dei loro corpi e nella staticità della situazione. L’uomo che se ne va alla fine è veramente un uomo diverso da quello che abbiamo incontrato all’inizio. E anche noi siamo ora profondamente diversi. Oserei dire, migliori. Ma questo è forse retorica. Qui lo dico e qui non lo nego, ma mi sforzo di viverlo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *