AdPersonam ai Frigoriferi Milanesi

Cos’è il talento

Credo che il talento sia il bello di essere se stessi. Lo definisco il pollice opponibile del cuore perché per me è la nostra capacità innata di prendere la vita. Una specifica parte della vita. Quando qualcuno ha il dono di fare qualcosa, nelle sue mani tutto diventa facile, sciolto, tutto scorre in un flusso che restituisce le cose alla loro naturalità. Possiamo definirlo una qualità della morbidezza. Ogni cosa avviene senza essere spinta, senza essere controllata, senza essere giudicata.

Lo stato di flow

È quello che viene definito lo stato di flow. Una condizione che collega con una sintonia assoluta il profondo e il mondo. Dentro e fuori danzano insieme e il tempo si ferma, conviviamo con un sentire che rende tutto presente, tutto empatico, tutto integrato. Possiamo anche definirlo felicità pura, ma personalmente lo sento più come uno stato di pienezza perfetta. Non l’adrenalina ma la presenza. Non l’euforia ma il totale accordo di tutto.

Prendere coscienza di sé

Attraverso questo fare consonante con l’ambiente, le cosiddette performance si alzano inevitabilmente di livello. Proprio quando lasci perdere l’ossessione del risultato, il risultato comincia ad arrivare. La sorpresa è che spesso non è quello che ti aspettavi, perché è infinitamente di più: è lo stato vitale che deriva dal nuovo livello di presenza a te stesso che raggiungi. In altre parole è sentire il bello di essere se stessi. Scoprire di avere in noi il dono che è proprio di tutti gli esseri umani: un piano specifico e speciale di accordo con tutto ciò che ci circonda. Il talento ti dice che c’entri anche tu con la vita, che la vita ti include, che ha bisogno di te.

E questo finisce con il darti un ruolo. Sei quello che sa cucinare i dolci, o costruire oggetti, o scrivere poesie. Quando ti riconosci e inizi il viaggio verso la vera coscienza di te. Non è un click definitivo, è un cammino graduale e non fatto di sola intelligenza, di sola osservazione. Ha a che vedere con il sentire noi stessi, con il fare esperienza di noi stessi.

Come scoprire i propri talenti – Il pollice opponibile del cuore

Rimuovendo le credenze limitanti che fanno propaganda dentro di noi. Quelle convinzioni errate che hanno origine da un evento ma si estendono a tutta l’idea che abbiamo di noi senza che noi riusciamo a mettergli un argine. Una volta abbiamo sbagliato qualcosa e da lì abbiamo creduto di essere incapaci per sempre. Ma il pollice opponibile del cuore ce l’abbiamo sempre. Perché il talento non ha a che vedere con il nostro riuscire. È qualcosa che riguarda il sentire. Quando senti qualcosa in ogni parte di te significa che scorre e quando scorre facilmente dà dei frutti, usa il tuo corpo, il tuo cuore, la tua mente.

La percezione di autoefficacia

Se tutto comincia a girare dentro di te e intorno a te, hai la sensazione di autoefficacia che serve a farti prendere confidenza con i punti di forza della tua personalità. Ovvio, tutto ti riesce meglio e con minor fatica. Ma è qui che inizia la sfida vera. Non vivere il talento come luogo di affermazione verso il mondo, ma come luogo di realizzazione del tuo vero sé.

Accoppiamo spesso talento e successo. Ma il successo è il parere degli altri. Che spesso non ha a che vedere con i nostri doni. A modo tuo, qualunque cosa. Perché è di te che si parla, perché ogni persona che si metta in cerca di sé merita di potersi trovare e di poter fiorire.

Intendo l’autoefficacia non come una macchina da performance ma come un posto d’amore dove incontriamo noi stessi nel bello di essere noi e nel bello di essere connessi a tutto ciò che c’è intorno. Intendo il talento come una terra buona che puoi mettere a frutto, ma non intendo questo frutto come una competizione con quelli degli altri. Spesso sento chiedere come aumentare l’autostima, come amare se stessi, come piacere a se stessi.

Sono domande troppo grosse. Ma alcune cose le metto lì. Possiamo chiederci perché abbiamo tanto bisogno di successo sociale. Perché quando consideriamo la nostra vita lo facciamo per confronto con le vite degli altri. Possiamo chiederci che cosa ci piaccia veramente. E provare a farlo.

A dispetto della serietà che bisogna avere nel lavoro, l‘indicazione che do più spesso agli attori che seguo è molto semplice.

Divertiti.

Era: Cos’è il talento – Il pollice opponibile del cuore – di Giovanni Covini

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