Inoltro il testo che i ragazzi della Paolo Grassi hanno redatto alla fine delle battaglie.

Voglio ringraziarli pubblicamente – come già fatto di persona – per l’atteggiamento franco, diretto, leale che hanno sempre tenuto.

Cosa succede alla Scuola Paolo Grassi

Luglio – ottobre 2009 storie di arroganza e distruzione.

Questi sono solo alcuni dei fatti più significativi e ufficiali occorsi da luglio ad oggi.

In questo breve resoconto non traspare adeguatamente l’arroganza della Fondazione Scuole Civiche che dopo diverse richieste formali di incontro da parte dei docenti ( la prima delle quali risale a metà luglio) li convoca solo il 12 di ottobre.

Non traspare la violenza con cui la Fondazione Scuole Civiche procede allo smantellamento di quanto costruito negli ultimi due anni, tra cui l’Ufficio Sviluppo guidato da Mimma Gallina che viene raso al suolo.

Non traspare che la Scuola non è ancora partita, potrà partire d’ufficio a breve ma, a livello di progetto didattico, l’anno è stato bruciato.

Non compare il percorso di dialogo che gli allievi hanno sempre mantenuto aperto con la Fondazione e che è stato costantemente disatteso dall’atteggiamento e dalle scelte della Fondazione stessa.

Non traspare l’umiliazione dei docenti storici della Scuola, quasi tutti dopo molti anni ancora con contratti a progetto, messi in discussione, a cui non viene garantita la partecipazione ai Consigli di Corso (che diventano incontri tra 2 -3 docenti), tanto meno la possibilità di insegnare in questo anno scolastico pronti a finire sulla lista dei buoni o dei cattivi.

Non traspare nemmeno l’umiliazione degli studenti che si vedono sottratto e gettato al vento, un anno di formazione, in un periodo di crisi in cui l’unica via d’uscita è la competenza, la qualità, l’alta professionalità.

Si intravede, tra le righe, facendo un collage tra questo e ciò che succede nel resto del Paese, la china lungo la quale la Scuola, come tante altre Istituzioni Culturali, sta scivolando spinta a forza da chi fa dell’ignoranza, dell’insensibilità, dell’ottusità strumento di conquista.

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