Lunedì sera avrebbe dovuto terminare il corso di sceneggiatura… invece, come mi capita di constatare spesso, i viaggi non sono mai tutti uguali e non finiscono nemmeno tutti allo stesso modo. Stavolta il gruppo ha sentito il bisogno di aggiungere uno o due incontri di laboratorio puro. La cosa mi piace molto, perché penso che la teoria presa troppo da sola sia in qualche misura falsa. Perché non si accede da una parte fissa alla scrittura di una storia, ma può capitare qualunque situazione creativa ed è per lo meno imprudente avere un “metodo”.

    Questo bisogno di mettere le mani nella pasta concretamente, tra l’altro, per me è un desiderio che ne sottintende un altro, quasi contrario: il desiderio di essere presi da una storia. Presente la voglia di innamorarsi ? Prove di volo, diciamo. Che mi succede se a contatto con un personaggio… ? Che mi succede se provo a farlo parlare ? Che significa ascoltare una scena anziché scriverla ?

    Nonostante questa richiesta particolare, nata in modo compatto da questo gruppo, continuerò a non prevedere questa fase nei miei percorsi pur rimanendo disponibile a darle spazio se se ne sentirà la necessità. Il motivo è che aver voglia di scrivere è una cosa che ti viene dentro in pancia, e che se qualcuno te la chiede nel momento sbagliato, quando non scrivi ancora per mestiere, quando stai imparando, può essere perfino controproducente, e convincerti che dentro di te non c’è niente e che non hai nessuna propensione per questo.

    Sarebbe bellissimo se le avventure creative non finissero, come ha fatto questa. Perciò… grazie ad Adriana, Anna, Gianni, Iacopo, Paolo e Simona per questo tempo supplementare.

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