“(…) “Tutti mi amano”. Questa breve frase viene spesso pronunciata con un tono di voce un po’ troppo alto, quasi terminasse con una virgola anziché con un punto, come se dovesse continuare, e in realtà dovrebbe: mancano due parole per smascherare il gioco del non amore. La frase completa suonerebbe così: “Tutti mi amano, tranne uno”.  Quest’uno è innanzitutto il padre o la madre, poi il partner, o il collega di lavoro, oppure qualcuno che si è dimenticato di invitarmi, la segretaria che chiede un aumento di stipendio, il dipendente che esce dieci minuti prima dell’ora prevista, il capo che oggi non ha salutato, la figlia che chiede un aumento della mancia.

Per colui o colei che tutti amano, la negazione dell’amore è sempre in agguato, soprattutto da parte di quella persona il cui amore sembra essere indispensabile. “Tutti mi amano” eppure quell’unico che davvero conta non mi ama. Questa breve frase rappresenta l’inutile tentativo di affrontare un’offesa permanente: davvero tutti mi amano, come può questa persona, che per sua sfortuna non mi ama, ferirmi tanto?

Dopotutto, mia moglie non è l’universo, e il mio capo (oppure il collega di lavoro, quello che non mi ha invitato, quell’altro che ha rifiutato il mio invito al cinema, mio figlio che ieri sera è rientrato più tardi del previsto, l’operaio che mi consegna un conto esagerato, il compagno di scuola che per la prima volta si è dimenticato del mio compleanno) è l’unico a non amarmi.

Tutti gli altri però mi amano, non è meraviglioso ?

Gli individui molto amati hanno bisogno d’amore come bambini e da bambini non sono stati abbastanza amati: questo spiega perché i loro sentimenti sono così facilmente feribili. Anche i molto amati sono stati privati d’amore. Hanno avvertito la mancanza dei genitori, forse perché questi ultimi condizionavano l’amore al loro buon comportamento. “Certo che ti amo” può aver lasciato intendere il padre, “ma tu non devi disturbarmi, altrimenti non ti amo più”. E poiché il bambino, invece, ha disturbato, l’amore è  stato ritirato.

In una situazione simile, il bambino sceglie il gioco del “purché tu mi ami”. Da adulto, cercherà per tutta la vita l’amore che ha perso da piccolo. Tutti devono amarlo: il postino, la donna delle pulizie, l’addetta al servizio informazioni telefoniche, il datore di lavoro al quale ha appena consegnato la lettera di dimissioni, la moglie da cui ha divorziato. “

 

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