Fa parte della durezza del crescere. Hai un’immagine di te e scopri che devi confrontarla con l’immagine che di te hanno gli altri. E’ l’inizio di un lungo e doloroso ping pong che rischia di non avere fine. Per Atalanta inizia malissimo, e proprio alle mura della città – mura che separano chi è della comunità e chi no – viene derisa e bollata. A questa situazione è normale reagire con aggressività e a volte con violenza. E’ la paura che ci spinge a muoverci così.

    Ma è proprio ora che viene vista da Meleagro. Viene notata la sua bellezza, è un momento chiave. La sua grazia è arrivata in fondo agli occhi e al cuore di qualcun altro. La cosa è fondamentale perché dice ad Atalanta – che ancora non è pronta a capirlo – che puoi essere un rifiuto per tutti ma speciale per qualcuno. Una persona che ti trova speciale compensa e mette a tacere le critiche di tutti gli altri. Noi abbiamo bisogno di esistere, e nel caso di Atalanta, che è stata rifiutata all’inizio della sua esistenza, gli occhi innamorati di Meleagro sono come un battesimo. Esistiamo se esistiamo per qualcuno. Essere visti, essere ascoltati. Da una parte un confronto feroce, dall’altro un certificato di nascita.

    E’ la forza di questo sguardo che apre le porte della città ad Atalanta. Un’improvvisa, gratuita, inaspettata empatia. Essere visti da qualcuno che vibra profondamente come noi significa essere riconosciuti. Basta che uno degli uomini ci riconosca per autorizzarci a far parte del mondo. Ma dove l’empatia non c’è – cioè nella normalità delle relazioni – lo sguardo è dal di fuori e non dal di dentro. Filtrato e mediato da pregiudizi e categorie, in altre parole dalla paura. Atalanta è molto chiara nel dire subito quel che non è. E Meleagro mostra di capire. Questo punto ci dice dell’importanza assoluta di Diana nella vita di Atalanta.

    Senza l’esperienza con la dea della caccia, Atalanta non sarebbe stata in grado nemmeno di pensare un discorso così chiaro su di sé. Noi siamo i mentori (buoni) che abbiamo avuto, quello che ci hanno spiegato di noi, quello che conosciamo e capiamo della nostra storia. Ora però Atalanta si trova al passaggio tra due mondi: il mentore ti dà indicazioni, insegnamenti e doni, ma la vita la percorri tu. E oltre il passaggio di queste mura, le parole di Diana non servono più: la dea non arriva al rapporto con l’altro sesso. Non l’ha mai voluto né conosciuto per sé. Adesso Atalanta deve fare riferimento al coraggio che Diana le ha insegnato per andare oltre il mondo che Diana ha conosciuto.

    Dalla folla che deride Atalanta davanti alle mura, allo sguardo intimo di un ragazzo e una ragazza che si riconoscono. Le mura che si aprono ad accogliere Atalanta dentro la città sono un riflesso di quelle che si aprono dentro di lei  verso il proprio cuore. Esistere è un livello infinito di consapevolezze, esserci per qualcuno è vincolo e libertà, dono e ricatto, limite e possibile. Atalanta è dentro la vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *