Siamo in autostrada e Maria mi racconta del lavoro che svolge in Argentina. E di un paziente in particolare, uno che ha una storia tutta sua. Lui è un fotografo. Sei anni fa viveva con una donna. Avevano una figlia di quasi due anni. A un certo punto, la madre precipitò in una depressione senza rimedio. Un giorno prese la bambina e la buttò dalla finestra.
La bimba volò giù, ma nel suo tragitto senza speranza un albero la fermò la salvò. La madre della bambina fu ricoverata e diagnosticata, e non è più uscita dagli ospedali psichiatrici. Lui rimase con questo fagottino da crescere. E man mano si sviluppava dentro di lui un’ossessione: ogni giorno fotografava l’albero che aveva salvato la figlia. Lo fece per moltissimo tempo. Ogni foglia, ogni ramo. Di giorno, di notte. Ma non gli bastava. Si mise a studiare quest’albero. Voleva sapere tutto: che pianta fosse, da dove provenisse.
Poi arrivò al dunque. Si trattava di un albero di origine irlandese, la cui radice del nome significa… padre.
Buone vacanze. Buon pensiero. Per me, buon silenzio.
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