Alla fine è arrivata anche l’ultima parola. E dopo tre anni abbondanti, la sceneggiatura è finita.  Ora che è qui, davanti a me, mi rendo conto che tutto il lavoro è ruotato intorno alla paura. Una paura così profonda che nemmeno sapevo di provarla. Senza dubbio la questione era già aperta dentro di me, ma la consapevolezza della cosa è questione assai diversa. Metto qui di fila, a titolo di battesimo, la prima scena.

 

SCENA 1. EST. ALBA –  SPIAGGIA DI RIVA TRIGOSO

Il cielo terso dell’alba. Il rumore del mare tranquillo, qualche cinguettìo in lontananza.  Dopo qualche istante di silenzio…

VOCE FUORI CAMPO DI BEPPE

Tu sei più forte dell’acqua, tu sei più forte del freddo,

tu sei più forte del buio…

 

Un rumore di passi nell’acqua, in avvicinamento…

 

I piedi di FRANCESCA, giovani e snelli, corrono sul bagnasciuga con passo di gazzella. Il rumore del suo respiro sotto sforzo.

 

VOCE FUORI CAMPO DI BEPPE

Tu sei più forte di ogni paura, perché la paura ha la

forza che le dai tu…

Il viso di FRANCESCA mentre corre. E’ una donna sui trent’anni, magra, capelli castani legati dietro. Una felpa grigia leggera bagnata di sudore. Gli occhi bendati da una fascia nera.

La mano destra di FRANCESCA tiene un cronometro. 

 

Quindi forse che la paura c’entrasse non era così difficile capirlo.

    Una prima paura riguardava lo scrivere, è da tempo che provo a capire questa cosa. Perché chi scrive pensa (la paura glie lo fa pensare) di dover cercare dentro, attraverso una profonda concentrazione, di dover inventare quello che non c’è, di dover costruire storie pescando da chissà dove. E invece le storie sono tutte intorno a noi, anche quelle dei nostri personaggi. Sono già lì e bisogna solo vederle.

    Chi scrive spesso cerca nel passato e nell’interiorità, temendo il futuro della riuscita e del giudizio. E non vivendo l’unico tempo che è davvero utile allo scopo: il presente. E questo pensiero che la storia debba uscire da noi per intero e per magia, ci dà sempre un grande senso di colpa e di frustrazione, perché le nostre risorse non sono infinite e le storie rimangono spesso troppo piccole.

    Ma il discorso è lungo….

0 risposte

  1. eureka!! sono proprio contento che tu sia arrivato alla parola fine. E’ sempre una bella sensazione quando si porta a termine un lavoro ed è li davanti a te, in mano tua..finito. Complimenti….ehm…quando si gira? io intanto mi metto già a scrivere…brrrrr (a proposito di paure di scrivere no?)
    gigi

  2. Bene, molto bene, sai che uno dei miei sogni è assistere alle riprese di un film? mi inviti sul set? ciao e a presto per un incontro ravvicinato con “lo storione”, dopo tanti anni che si parla dello “sciacallo”, che ne dici de: lo storione? mauro

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