Mi hanno detto che il libro è arrivato in libreria. Grazie a Dino Audino e a tutti quelli che a diversi titoli hanno permesso e aiutato questo piccolo lavoro.
Solitamente curiamo le ferite con i cerotti, in automatico e con certezza. Mi piace pensare che il personaggio – quando svolta dentro di sé – in luogo dei cerotti usi delle domande. La domanda implica ascolto e credo che l’eroe diventi forte davvero quando ha il coraggio di ascoltare il proprio dolore anziché la fretta di tamponarlo. Penso che queste pagine traccino più o meno questo percorso.
Ma tengo a dire che non mi fido delle cose come mi sembrano oggi. Le parole scritte sono fatte per essere superate dalla vita e da nuove parole.
Nelle righe finali del testo ho sentito il bisogno di ribadire questa posizione, e sono quelle che scelgo per presentarlo:
“Alla fine di questo libro restano due pagine bianche dentro di me. La prima è per tutti i punti di vista che spero la vita vorrà farmi incontrare da questo momento in avanti. Mi auguro che nuovi sguardi possano anche modificare le cose scritte fin qui, approfondirle e farle crescere dentro di me. La seconda pagina bianca è per i punti di vista che non vedrò mai. Perché nessun percorso esaurisce la strada e trovo molto sano percorrerlo sapendo che lo dovremo abbandonare prima della sua fine”.
Un abbraccio a tutti.
Grazie Giovanni! Questo libro è per me una regalo prezioso, ti chiederò l’autografo e ti darò il mio commento.
Però prima lo devo avere tra le mani: tira le orecchie all’editore o al distributore, l’ho ordinato in internet 10 giorni fa e ancora non si vede, manco abitassi a Timbuctù!
A presto, Paola
Caro Giovanni, le poche righe che citi in fondo sono molto più che abbastanza per correre a leggerti. Con il rammarico e le mie scuse per non aver trovato il tempo, quando mi hai mandato il manoscritto a maggio dell’anno scorso.
Ciao
raff
Caro Raffaele, quello che stai per scrivere tu con Marion è il libro più bello e merita tutta la tua esclusiva attenzione. Grazie, ti abbraccio.