Alla fine l’ha fatto. Ha vomitato il fondo di sé e l’ha sparso con l’indecenza della verità sul pubblico suolo, quello scandito da righe, siepi, muretti e confini. Il fondo del mare rigurgitato sotto gli occhi di tutti come un segreto messo in piazza senza preamboli o sfumature. Sabbia, sassi, pezzi di cemento divelti dalle piattaforme dei bagni estivi.
Poi capisci che non è stata una mareggiata. Quella meraviglia l’ha fatta una sola onda. La chiamano anomala a causa della sua altezza. L’hanno stimata di cinque metri ma chi conosce il territorio sa che dovevano essere di più.
Anomalo si dice di tutto ciò che attraverso la sua inconsuetudine ci svela, se vogliamo capirlo, qualcosa di noi. L’onda ha spazzato un punto dell’ipotetico set de “La durezza dell’acqua”. E’ lì che si muovono i personaggi del film, è lì che chiedono al mare di restituire una bambina a sua madre e una donna a se stessa. Proprio in quell’ EST. – PORTO DI SESTRI LEVANTE, il mare ha scavalcato la barriera degli scogli, l’enorme cinta del porto, e si è abbattuto sulla discoteca e sul resto portandosi via un uomo.
Cammino sul rigurgito mentre gli operatori ecologici lo stanno spazzando con idranti, pale, scope, rastrelli. I giornali parlano della vittima, era uno famoso qui a Sestri. Invece che pulire penso che dovremmo chinarci a toccare la sabbia con le nostre dita, quell’intimità messa lì per noi, come un avviso, come un allerta.
Ho cercato quel fondo per i quattro anni di scrittura del film, e mi colpisce questa mossa furiosa del mare proprio mentre sono lì. Contemplo il tutto che si ricompone, gli uomini del Comune che lavorano con grande solerzia. In poche ore l’anomalia dell’onda è cancellata e riaffiorano le simmetrie, i disegni sul selciato, gli spazi.
Facciamo un gioco con Samuele: una scritta sulla sabbia battuta e bagnata. La misuriamo: quasi dieci metri per scrivere WINX CLUB, il suo mondo fantastico oggetto di ipnosi collettiva tra i suoi coetanei. In un lampo un’onda si mangia le Winx e il loro Club. Ma ormai il mare è in scaduta, la mareggiata indietreggia piano piano, durerà solo qualche giorno. Rimessa a nuovo dall’anomalia, Riva Trigoso risplende. E’ una giornata di vento e di sole, ogni cosa a suo posto. Di nuovo la certezza e la pulizia, l’ordine e la regolarità.
Come l’onda, anche noi prima o poi buttiamo fuori quello che abbiamo dentro, e quando la cosa deve avvenire avviene a qualunque costo e qualunque sia la furia necessaria per farlo. Credo sia una delle cose che in assoluto temiamo di più: doverci misurare veramente con quello che abbiamo dentro e che hanno dentro gli altri. Scrivere un film è percorrere questa strada, e quest’onda, proprio qui, me l’ha ricordato ancora una volta.
Il resto è tutto creme per la pelle, televisione, malinconia di aperitivi e di risate eccessive, capricci di bambini e di mogli stanche, previsioni del tempo che dicono che forse domani ma d’altro canto è così dappertutto, le occhiate a seguire le donne, i tu quando rientri, e poi quest’estate, è che costa tutto un casino, e si potrebbe una volta fare un bel giro da qualche parte…
Poi arriva l’onda.
Non è che confondiamo gli eventi anomali con eventi rari? L’evento in se è normale, diventa anomalo quando avviene raramente…… senza renderi conto organizziamo la nostra vita tra un evento anomalo e l’altro, ci facciamo trovare impreparati quando”l’amomalia” si palesa……per fortuna ci sono anche eventi anomali bellissimi che ci riempiono di gioia ma si finisce con ricordare quelli tristi, che tristezza! ciao ciao Mauro