“L’esperimento di Milgram è stato messo a punto per capire come mai persone per bene come me e voi riescono a fare cose abominevoli quando qualcuno glie lo ordina. Come è successo con tanti ufficiali nazisti che si sono difesi dicendo di aver “solo obbedito agli ordini”.
Il ricercatore aveva messo in una stanza alcune persone scelte in modo casuale alle quali era stato detto che avrebbero partecipato ad un esperimento. Uno schermo le divideva dal rimanente spazio in modo tale che potessero sentire ma non vedere quello che succedeva dall’altra parte.
Dall’altra parte c’era una serie di volontari apparentemente collegati a una macchina che gli trasmetteva scosse elettriche di intensità crescente fino a provocarne la morte, come sulla sedia elettrica. Quella macchina gli dava segnali su come dovevano reagire alla scossa – grugnendo, ruggendo, urlando,implorando pietà perché l’esperiemnto venisse interrotto.
La persone che stavano in una metà della stanza erano convinte che quelle che stavano nell’altra metà fossero davvero collegate alla macchina. A ognuno era stato detto che il suo ruolo era di somministrare scosse elettriche di intensità crescente, secondo le istruzioni, ignorando le grida e le suppliche dall’altra parte dello schermo. Il 62% delle persone che hanno partecipato all’esperimento, ha continuato a somministrare le scosse fino a 450 volt. A 285 volt la cavia aveva lanciato un grido e poi era rimasta in silenzio.
Coloro che somministravano quelle che nel migliore dei casi ritenevano scosse molto dolorose erano chiaramente sotto stress, ma continuavano. Dopo, la maggior parte di loro non riusciva a credere di esserne stata capace. Qualcuno commentò: ‘Beh, mi limitavo ad eseguire gli ordini’. “
Doris Lessing, Le prigioni che abbiamo dentro.
Quando ho letto questa pagina di Doris Lessing non sapevo nulla dell’esperimento di Milgram. Naturalmente le prime impressioni, i primi pensieri che vengono in mente sono di tipo inerente l’esperimento e la storia passata. Purtroppo anche il presente.
Però non posso fare a meno di essere colpito dalla voglia di conoscenza di Milgram. Penso che chi scrive storie – e quindi mi ci metto anche io – dovrebbe avere sempre questa determinazione assoluta e per certi versi un po’ incosciente. Questo esperimento spiega molto meglio di mille parole come chi ha voglia di conoscere l’uomo non si ponga il problema di dare messaggi o di insegnare niente a nessuno. Cerca, sapendo che ciò che troverà potrebbe essere tremendo.
Tutto questo coraggio di scavarci dentro e di raccontarci trovo che sia una grande via di sopravvivenza e di amore.
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