Tra Natale e Capodanno. Neve che si scioglie male ai bordi delle strade. Milano sembra un limone spremuto, tra i resti delle feste che nessuno voleva affrontare e la poca voglia di ricominciare che mi sembra di vedere in giro. Salgo in metropolitana, devo attraversare tutta la città e finire a Sesto. Sono contento perché devo parlare con una persona che sta scrivendo una storia e vuole confrontarsi con me periodicamente su quello che sta scrivendo. Bel pomeriggio, credo.
Il vagone della metro è popolato ma con spazi vuoti. Mi siedo e apro il libro. Avrò almeno mezz’ora, che bellezza. Comunque tu sei troppo buona Sere. Alzo gli occhi. La Sere è seduta di fronte a me due posti più in là. E’ un nasino che spunta da un bavero nero alzato e cinto da una sciarpa viola, sotto un ciuffo nero sugli occhi. Solo un nasino. Il suo fidanzato – credo – si approfitta della sua bontà. Non so in che senso e gli astanti sono avidi di dettagli. Ma la sua amica, la bionda un po’ chiatta che mastica la cicca a bocca aperta, non ha dubbi. Tu devi fare come me, devi diventare un po’ più stronza, non dico proprio egoista, ma almeno un po’ più stronza. Avrà circa sedici anni e Lacan le fa uno spiffero.
Le due poi scendono e non saprò niente di loro. Un po’ mi spiace, confesso. Chi non vorrebbe sapere di che cosa approfitta orribilmente il fidanzato della Sere ? Chi non vorrebbe scoprire come fa la bionda chiatterella ad essere un po’ più stronza non dico proprio egoista ma un po’ più stronza sì ? E’ come gira il mondo e non smette mai di sorprendermi. Oggi ho scoperto che il mondo va male perché siamo troppo buoni. E mentre gli altri sono tutti stronzi, noi lo siamo troppo poco. Così non va. Impegniamoci tutti a peggiorare un po’ se vogliamo che il pianeta torni ad essere felice.
Noi e i nostri cari siamo sempre troppo di qualcosa di buono. Invece che ne so, se imparassimo una buona volta a non fare più quegli amichevoli gesti a chi ci suona in macchina? Se smettessimo di essere così stupidamente buoni, scendessimo dalla nostra auto e senza troppo chiasso gli spaccassimo la testa con il crick? E tutte quelle inutili grida tra marito e moglie che molti di noi sentono filtrare dai muri, o che produciamo noi stessi… e se in modo molto più estetico – come sembra preconizzare l’amica della Sere – usassimo il coltello per il pane o per la carne, invece che litigare per anni ? Troppo buoni.
Le due ragazze mi fanno pensare al taglio di pensiero irreversibile di cui soffriamo. Da una parte una lettura del sociale e del mondo, dall’altra una lettura nostra, individuale, privata. Da una parte il famoso – e fumoso – bene comune, dall’altra la saggezza dell’esperienza diretta che ci dice come dobbiamo fare per svangarla bene. Il punto è che queste due visioni non mi sembrano granché raccordate fra loro. Diciamo che tutto il mondo dovrebbe fare verde ma noi sosteniamo – argomentandolo – che nel privato è necessario fare rosso. Troppi stronzi in giro? Bisogna diventare più stronzi. Sociologia della chiatterella bionda.
Personaggio e mondo. Mente e ambiente. Singolo e comunità. La Sere e l’universo della sua scafata amica. Per associazioni misteriose mi viene in mente un racconto lontanissimo negli anni, ma non so dire perché. Un insegnante di liceo seriamente, angosciosamente preoccupato perché non sembra, ma la nostra galassia scivola mezzo metro all’anno verso la galassia di Vega. Aveva ragione: non sembra. Ora che ci penso mi viene in mente quel professore perché anche lui era troppo buono, come la Sere. Invece di avvisarci avrebbe dovuto essere non dico proprio egoista, ma per lo meno un po’ più stronzo. E tacere.