Bene, Alice ripristinata da pochissimo. In tempo per dare un saluto e partire per Avellino, dove in queste ore stanno lavorando duro per arrivare al meglio al debutto di Troppo Mare, lo spettacolo che Vernicefresca mi ha dato la possibilità di scrivere e che Rossella Massari sta dirigendo – con la mano maestra e discreta di Massimiliano Foà – verso il porto del sipario. Preferisco non dire della trama in quanto da quelle parti è oggetto di curiosità e di attesa. Ma del percorso sì.

Troppo Mare è un testo che nasce dalle parole dei ragazzi, da racconti scritti via mail. Racconti personali, intimi, riflessioni di ruvida sincerità. E poi naturalmente di speranze, illusioni e disillusioni. Da una parte tutto questo cuore, dall’altra il perenne e fastidioso rumore di fondo di tutto il resto. Tutto un vissuto tenuto dentro a ribollire e così poche occasioni per scambiarselo e per confrontarcisi. Troppo frastuono di ogni cosa, troppe informazioni, troppe cose da fare. Siamo sempre in mezzo a un mare di questioni  e questo mare è sempre troppo.

Siamo su una nave. Siamo i passeggeri di un battello che attraversa l’oceano. Trattasi di crociera estiva, buon umore e vacanze di default. Ma è da se stessi che è difficile andare in vacanza. Dalla nostra storia e dalle nostre posizioni di cui non ci chiediamo nemmeno più il vero motivo.  Eppure le teniamo e ci teniamo con le unghie ad esse perché ci confermano chi siamo, ce lo ricordano, sono il nostro porto sicuro: le nostre idee sul mondo, più immutabili del mondo stesso che invece continua a girare.

Andiamo avanti tenendo una rotta quotidiana anche nel più desolante smarrimento della meta. Si sgretola il filo del passato che ci ha portato fin lì, si smarrisce la prospettiva che vorremmo avere davanti. Persi tra non più e non ancora rimaniamo rigidamente con la mano sul timone, tenendo la rotta.

E’ stato un percorso basato su una reciproca fiducia. Naturalmente a rischiare di più erano loro, i ragazzi, perché alla fine non sai mai cosa può fare una persona con le parole che parlano di te e che le hai consegnato. Le abbiamo messe sulla nave, nella bocca e nel cuore di ognuno di questi personaggi, le abbiamo viste viaggiare questo pericoloso e metaforico viaggio di vacanza. Non abbiamo cercato di dire tutta la verità ma abbiamo cercato di dire solo cose vere.

Un viaggio interiore sul filo dell’andare in fondo senza andare a fondo. Strana, contagiosa felicità che si scatena nel fare insieme un lavoro introspettivo severo con la volontà di riuscire a esprimerlo poi per qualcuno.  Se ci si riesce si tocca con mano che dire è dirsi e dirsi è darsi. Mai come in questo caso l’ho verificato. Qui è del tutto tangibile come la storia che si racconta sia soltanto il terreno sul quale si incontrano narratore e destinatario. Quando ci sei dentro senti che la faccia del destinatario del tuo racconto, quando reagisce al tuo raccontare, sta rimandando a specchio una reazione – un regalo – per te. Che devi essere pronto a ricevere. L’ascolto di chi ti sta davanti. Perché lì il destinatario sei tu. Quello che ti ritorna è l’esito di quel che è uscito da te e ha fatto un giro dentro l’altro. Sei di nuovo tu. Raccontare all’altro è ancora una cosa per te. Per questo ringrazio Vernicefresca.

Dunque, domani comincia quest’ultima, intensissima settimana di prove. Il debutto è previsto per l’8 luglio al teatro Gesualdo di Avellino. E apparentemente sarà anche il nostro punto di arrivo finale. Ma certi viaggi continuano poi dentro, ad altri livelli. Un ultimo pensiero, per Miriana, la signora tra i settanta e gli ottanta che raccontò quella storia così forte per me. Chissà se si trova ad Avellino, chissà se va a teatro. Nella smania di voler sempre pagare le cose, mi piacerebbe restituirle un’avventura.

0 risposte

  1. certe cose,certi incontri,certe persone,certi sguardi,rara complicità…è luce che entra e irradia tutto il resto, per molto, molto tempo.Grazie.

  2. grazie giovanni…..ieri abbiamo fatto due filate ed hai visto per la prima volta tutte le parole scritte, agite dai ragazzi…..ultimi giorni pr avvitare…..e poi…chi è di scena!!!

  3. Grazie ancora di tutto Giovanni per questo magnifico regalo che ci hai fatto…spero che le nostre strade si incroceranno ancora ma sappi che ti ri-corderò, perchè come ci hai detto ri-cordare significa portare al cuore…grazie ancora un abbraccio forte

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