Immaginiamo di avere davanti a noi un foglio bianco. Su questo foglio facciamo un cerchio. Dentro a questo cerchio ci sono tutte le azioni che il personaggio principale e gli altri personaggi compiono durante il film. Tutto ciò che è dramma, conflitto, eventi. Al di fuori di questo cerchio non esiste nulla.
Si chiama cerchio drammatico ed è il mondo, l’intero mondo della storia.
Prendiamo un altro foglio. Disegniamo un altro cerchio. Dentro ci stanno tutte le idee che questo film esprime. I contenuti, i temi, gli argomenti. Anche, se ce ne sono, i famigerati messaggi. E’ il cerchio tematico.
Ora sovrapponiamo i due fogli. In un film pienamente riuscito – è un parere personale, ovviamente – i due cerchi coincidono. Significa cioè che l’area drammatica coincide con l’area tematica. In altre parole: ogni azione del personaggio oltre a farci conoscere più profondamente il personaggio, illumina anche il tema del film. Il cinema è il luogo in cui i temi si affrontano raccontando fatti e i fatti si raccontano mai disgiunti dai temi portanti. L’azione conduce al suo senso e il senso partorisce le azioni.
Il Caimano ha due cerchi molto nettamente tracciati. In quello drammatico la vicenda è chiara: ce la farà il nostro protagonista a produrre il suo film ? In quello tematico altrettanto: Silvio Berlusconi ha ridotto l’Italia in sfacelo. Questo è un elemento a mio avviso molto positivo del film: chiarezza di linee e di idee non sono tratti così ricorrenti nel nostro cinema.
Ma, mi sembra, non sempre i due cerchi sono coincidenti. Un solo esempio per tutti: Silvio Orlando divorzia senza che abbiamo la possibilità di conoscerne almeno sommariamente i motivi. Non che fosse obbligatorio, naturalmente. Ma certo avrebbe potuto essere un modo per evocare qualcosa di più ampio che si stava sfasciando: l’Italia sotto i colpi del governo Berlusconi, per stare nella tesi del film. Per fare di un elemento narrativo un risuonatore tematico e viceversa. Berlusconi che fa il monologo del Kapò è molto centrato ma esclusivamente tematico, è come se in quel momento ci si dicesse: scusate il film si ferma perché vogliamo dimostrarvi che la nostra tesi è corretta.
Questo sito è un luogo di analisi, non un luogo di giudizi valutativi sui film. Chi ha provato a girare e montare qualsiasi cosa, anche piccolissima, sa che un film è sempre l’esito di tantissime variabili, non del tutto e non sempre controllabili. Ogni giudizio non può che arrivare dopo un sentimento di gratitudine verso chi ha fatto un film che ci ha in qualche modo arricchiti. Trovo che il film di Nanni Moretti sia interessante e per certi versi anche un esempio di sceneggiatura scritta con un pensiero forte. Trovo che esistano queste zone sfasate, come dicevo, che ora della fine indeboliscono e rendono intermittente il discorso cinematografico.
Ma è un film che vale la pena vedere, e sul quale vale la pena riflettere.