Cara Sabrina,

    per oggi questo blog si ferma. Senza parole di fronte al tuo dolore troppo grande. Che ci toglie ogni parola. Negli anni abbiamo parlato interminabilmente di storie, strutture e personaggi, ed è inutile che mi metta a rifare qui il tuo curriculum. Chi ti conosce sa, chi non ti conosce può farlo attraverso internet e quello che c’è scritto di te.
    Voglio ringraziarti per tutto l’aiuto, l’intelligente e talentuosissima mano con la quale hai contribuito a far crescere i miei personaggi. Per la serenità che abbiamo sempre avuto nel mettere i nostri reciproci lavori sul tavolo e guardarli per quelli che erano, senza nessuna remora per la sensibilità dell’autore.
    Metto a disposizione di tutti una tua pagina. Non un racconto, ma uno studio di avvicinamento a un personaggio, che copio dal tuo blog, chiuso dopo la tragedia.

    Tutti quelli che ti conoscono, che ti hanno letta, tutti i frequentatori orfani del tuo blog, ti aspettano. Tu sai che ti aspettano anche i tuoi personaggi. Sarà lunga l’attesa, ma nessuno se ne andrà finché non ti sarai rialzata. Un abbraccio forte.

 

I MOSTRI

di Sabrina Gioda 

    Le avevano insegnato che i mostri non esistono. Isabella però sa che non è così. Da bambina le ripetevano spesso di non aver paura, di non temere. Di non credere alle fantasie terrificanti racchiuse nelle favole. E quando la sera, con il cuore pronto a schizzare fuori, si affacciava lentamente sotto il proprio lettino per controllare che nessuno vi fosse celato, si sentiva solo sciocca. Lo faceva di nascosto, il controllo anti mostro. Guardava nell’armadio, sotto il letto, dietro le tende. Con la porta aperta, per essere pronta a scappare nel caso il mostro fosse spuntato all’improvviso. Poi, dopo ripetuti e rassicuranti controlli quotidiani, dopo le dolci parole di mamma e papà circa la sicurezza di una bambina tanto protetta da pace e amore come lei, aveva infine smesso di crederci, ai mostri.

    Ed era stato allora che lo aveva incontrato. Lui. Il mostro. Aveva imparato che la peggiore cattiveria dei mostri era camuffarsi da buoni. Perché il suo mostro era una persona buona. All’apparenza. Amichevole, gentile. Diciamo un amico di famiglia. Uno di quegli amici che frequentano la tua casa da una vita, che viene a trascorrere il natale con la moglie e i figli piccoli e ti insegna ad allacciarti le scarpe. Isabella, però, a quell’incontro con il mostro era preparata. A metterla in guardia era stato uno dei suoi sogni. I sogni dell’alba. Aveva sognato la lotta, il dolore, il sangue. Per questo, quel mattino, svegliandosi sudata e agitata, con le pulsazioni altissime, aveva preferito uscire di casa con un coltellino. Uno di quei coltellini svizzeri che, ironia della sorte, proprio il mostro le aveva a suo tempo regalato. Il sogno dell’alba le aveva salvato la vita.

    A dodici anni Isabella aveva iniziato a credere ai sogni. Il mostro era
andato a prenderla all’uscita da scuola. Una menzogna, banale e semplice. E Isabella, rassicurata dal suo sorriso e dai soliti modi affabili, gli aveva creduto. Dal momento in cui, dopo essere salita in macchina, era arrivata in quel boschetto vicino a scuola, a quando si era ritrovata a piedi nudi, con tanto dolore ovunque e le mani insanguinate davanti al vialetto di casa, Isabella non ricordava molto. Solo la lotta. E quel tremendo senso di colpa. Per avere colpito, come una furia, con la sua piccola arma, quel mostro che le stava facendo tanto, tanto male. Così, adesso, Isabella crede ai sogni. Ai sogni dell’alba. Quelli che le giungono di tanto in tanto. E la mettono in guardia. Ma oltre a crederci, vorrebbe usarli. Contro tutti i mostri.

 

     

0 risposte

  1. Non potendo trovarne di migliori, mi associo alle bellissime parole di giovanni. Io non ti conosco di persona, Sabrina, ma è come se ti conoscessi per tutto quello che gio ha raccontato di te a me.
    gigi

  2. ogni persona, dentro di se, nasconde un sogno segreto, una voglia di diventare qualcosa di altro, e quando si accorge che tutto non restera’ che un sogno, allora deve svegliarsi e cercare la verita’ nel mondo reale, dove purtroppo i mostri esistono davvero e possono assumere forme inaspettate. Un bacione sorellina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *