Ieri ho ricevuto la notizia della morte di Mario Gallo. Sono rimasto molto colpito anche perché pochi giorni fa avevo finito di leggere il suo libro “Cinema e Dintorni” di cui ho lasciato un post su questo sito. Dire che se ne va una parte del nostro cinema e della nostra storia è una cosa che staranno già facendo tutti, soprattutto quelli che l’hanno conosciuto direttamente e che gli erano amici. Personalmente non l’ho mai conosciuto e non ero suo amico.

     Però voglio raccontare come ho passato la serata del 20 aprile di quest’anno. Sono le otto di sera e sto camminando per le vie di Roma. Tengo in mano una cartina che mi deve aiutare a raggiungere la sede della Emmefilm. Domani sera riceverò il David di Donatello per ‘Un inguaribile amore’, di cui Marco Gallo è distributore in esclusiva.

    Marco mi invita a cena. Anche, presumo, per parlare delle poche parole che dovrò dire sul palco. Nessuno pensava che sarebbero state così poche, e quindi volevo accordarmi con lui. Il ristorante è un posto bellissimo, silenzioso, dove cucinano il pesce in un modo fantastico.  Marco non attacca mai a parlare di lavoro. Prima vuole sapere come stai, che idee ti passano per la testa. In questi giorni Roma è tappezzata di Alemanno contro Rutelli. Rutelli promette l’abbassamento dell’iva di una percentuale che nemmeno i fisici nucleari potrebbero apprezzare con i loro strumenti. Marco sorride amaramente: “Vedi in che paese siamo ? Berlusconi dice una cosa e Rutelli la fa. Male.”

    Arriva la spigola, e il nostro dialogo rallenta. Poi rispunta l’ansia di domani: cosa dire, come comportarsi ? Non sono mai stato un tipo da feste e da cerimonie. Trovo per lo meno bizzarro che possano forse applaudire il premio a un corto che nessuno ha visto.  “Preparati due parole di minima, perché avrai tre secondi. Chiarisci il senso del film se puoi”. Inguaribile ottimista, Marco. Ma quello che mi sta a cuore è ringraziare. Ci tengo a fare i soliti nomi e cognomi, è un fatto di gratitudine, di giustizia. Per cui propongo a Marco: “Posso dire: Cesare e Stefania, Shortvillage di Marco Gallo, Sottosopra e il mio direttore della fotografia Roberto Tronconi. Va bene ?”

    E qui voglio parlare di Mario Gallo. Perché i figli sono ciò che continua di noi, la nostra eredità anche di senso, di cultura, di amore. Sono un regalo che lasciamo al mondo e che dice anche di noi. Ogni frutto racconta la propria radice. Mario Gallo è stato il produttore di “Morte a Venezia” e di una marea di altri grandi film. Ma per me resterà sempre il padre dell’uomo che a quel punto mi ha fermato, si è fatto serio e mi ha detto: “Non fare il nome di Marco Gallo. E’ un modo per mettere in ombra tutti gli altri che stanno lavorando con me. E che ti giuro Giovanni si fanno un culo tanto per i vostri film”. Così ho fatto. Non ho nominato Marco Gallo. 

    Oggi, penso semplicemente che Mario Gallo ha fatto diventare grande un uomo così. Oggi penso che questo sia uno dei suoi veri successi.

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  1. Neppure io lo conoscevo..ma voglio raccontarti una storia. forse in pochi lo sanno, ma Mario Gallo era originario di un piccolo paesino in provincia di Cosenza, Rovito. E’ qui che ha conosciuto una ragazza. Lui aveva circa vent’anni,lei sedici. Sono stati insieme molto tempo e io credo che si amassero. Poi un giorno lui decide di partire per Roma e chiede a lei di andare con lui..ma lei era giovane e spaventata, e lo lascia andare. Credo che in quel momento non abbia minimamente pensato che quello sarebbe stato il più grande rimpianto della sua vita. Cosa può saperne una ragazzina di diciotto anni? per molto tempo ancora lui la cercò, le scrisse centinaia di lettere..ma lei restò ferma sulla sua decisione. Era molto bella, bellissima, piena di vita, molto intelligente ed ambiziosa. Intanto gli anni passarono, e lei finì per sposare un ufficiale fascista che sarebbe potuto essere suo padre. Non ha mai potuto dimenticare il grande amore della sua vita, Mario. Quella ragazza oggi ha più di settant’anni ed è mia nonna. Non ha mai dimenticato i suoi sorrisi, le sue lettere e le sue poesie, che pur avendo bruciato, ricorda a memoria. Vedendo i suoi film mi racconta di quante di quelle colonne sonore aveva cantato per lei, di quanto quelle vicende gli ricordassero la loro. Anni fa Mario Gallo tenne una breve conferenza nel suo paese natale. Io la accompagnai, ma non ebbe il coraggio di parlargli. Quella notte pianse ed anche io. Non scorderò mai quello che lessi nei suoi occhi quella sera. Quando lo vide aveva lo sguardo di chi si trova ad un passo dal paradiso, da tutto ciò che ha sempre amato. Mia nonnna è sempre stata una persona molto forte, che ha avuto una vita colma di felicità e soddisfazioni…Ma io l’ho visto quella notte, nel suo sguardo, il suo segreto. un rimpianto che ti logora, di uno sbaglio commesso ad appena sedici anni. Mario, il suo grande amore, perso per sempre.

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