Andando a scuola, affondando i piedi nella neve e con il freddo irreale che blocca le cose. Francesca: Sai, ai bambini piccoli piacciono solo le storie divertenti. A me invece adesso piacciono anche quelle che fanno paura. Perché io sono brava con le mie paure. Li metto rapidamente in fila: Dara Marks, Nancy Kress, Linda Seger, Robert Mc Kee, Jean Claude Carrière, Syd Field, Roland Tobias, Helène Cixous, Pamela Douglas, William Indick, Chris Vogler, John Truby e tutti gli altri del gruppo. Ognuno di loro è una strada piena di saggezza, un paradiso di tecnica e di strategia. Di Mc Kee e Carrière conservo ricordi diretti che mi tengo cari nel cuore. Un giorno, mi toccò di fornire la mia versione personale del finale di una storia. Carrière era seduto di fianco a me. Ascoltò in silenzio poi posò la mano sul mio ginocchio e disse: “Là, on voit un effort de cohérence”. Ricorderò quel momento per sempre.

Ma in questa neve sporca, in questa quotidinaità stancante dell’andirivieni tra casa e scuola nella città più inquinata e deprimente del pianeta, le parole di Francesca si connettono a quei maestri. “Essere bravi con le proprie paure”. E’ tutto un mondo. E’ aver riconosciuto l’esistenza di una paura, aver sviluppato un’abilità relazionale al riguardo, aver consapevolezza delle diverse voci che ci si muovono dentro. E aver capito – senza averlo capito – che dentro di noi le voci sono tante e diverse, contraddittorie e coesistenti. E’ aver capito che dentro di noi c’è un mondo con cui bisogna imparare ad “essere bravi”:

Quando avevo l’età di Francesca non solo non avrei mai detto una cosa del genere, ma non sapevo nemmeno di avere paura. Essere bravi con la paura significa tante cose che non ho ancora capito. Vedere la paura, non giudicarla né bene né male, semplicemente vedere che c’è. Ho una lista di maestri nella mente, che prima o poi dovrò dimenticare. Ora nella lista c’è anche lei, con la sua semplice riflessione: essere bravi con le proprie paure. Un altro insegnante di storie sul mio sentiero.

0 risposte

  1. Francesca è una bambina con “i piedi per terra”, molto per terra, in questo è bravissima. Tu vivevi di sogni e spesso non li distinguevi dalla realtà e forse per questo sei finito nel cinema…che anche quando racconta storie “vere” è nettamente distinto dalla realtà. Una volta, avevi l’età di Francesca, sei finito nel mio letto perché nella tua camera c’era una vipera: sapevi benissimo che non era vero, ma per te era vero comunque e non avevi nessuna voglia di essere bravo con le tue paure…meglio il letto della mamma!

  2. Tua figlia non è soltanto geniale, è un portento! Alla sua età sprofondavo tremante nella poltroncina di un cinema di Siracusa, gli occhi serrati dal terrore, durante “Guerre stellari”… Altro che essere brava!

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