Questi sono i miei percorsi di cinema rivolti all’umanità, alla comprensione di noi stessi e degli altri. Perché trovo che le storie siano perfette per questo. D’altro canto la metafora è uno dei modi più antichi e più efficaci per parlare di sé senza tirare in ballo direttamente traumi, sofferenze e relazioni personali. 

Il vantaggio in termini di libertà e di sincerità è evidente: ci sentiamo più liberi, non implichiamo nessuno di reale nei nostri discorsi e possiamo dare le nostre valutazioni con la tranquillità di cui abbiamo bisogno.

Un Personaggio ben scritto ci somiglia, risuona nella nostra vita perché non ne è metafora lontana ma immediato termine di confronto. Comprendere il dolore di qualcuno ci aiuta a comprendere il nostro. È uno specchio, ma che non ci costringe a svelare di noi – o a svelare a noi stessi – parti di noi che non siamo pronti a condividere. Vedo il cinema non come un percorso di psicoanalisi, ma come un apprendimento del comportamento umano. Per comportamento si intende la strategia che collega in un senso le nostre azioni.

Coaching e Cinema si trovano proprio su questa strada di concretezza dell’osservazione dell’Essere Umano. Da questa osservazione possiamo ricavare considerazioni e soluzioni che si prestano anche alla vita reale.

I percorsi che seguono sono frutto del lavoro di 20 anni. Ogni volta che li attraverso con scuole, gruppi, singoli professionisti o persone semplicemente appassionate di cinema e in generale della vita, sono viaggi diversi anche per me. Per questo continuo a studiare nuove strade, nuovi workshop. Perché il cinema cambia e anche noi cambiamo ogni giorno. È una sorta di cantiere in perenne movimento che ad ogni passaggio perfeziona l’esperienza del raccontare e del vivere.